martedì 16 luglio 2013

OGAE Italy ha un omaggio "floreale" per il Guest Jury Hits 1976: sarà gradito?



Si stanno svolgendo in questi giorni le votazioni dei vari club OGAE per il Retro/Guest Jury Hits, l'annuale concorso "a ritroso" organizzato da Gary Speirs, che quest'anno riguarda il 1976. I risultati saranno resi noti all'inizio di Settembre. Questa edizione è particolarmente interessante, in quanto, come Gary è orgoglioso di sottolineare, fra il Retro e il Guest Jury Hits sono in gara ben 30 club OGAE, e nessuno di loro ha chiesto di prendere parte come giuria ospite: hanno tutti una canzone in gara.

Lungi, quindi, dall'essere un concorso "minore", il Retro/Guest Jury Hits dimostra di essere sempre attuale, e, anzi, di rappresentare un appuntamento molto importante per tutti coloro che vogliono assaporare nuovamente le atmosfere degli ESC di una volta.

Com'è noto, il Retro riguarda i Paesi che, nell'anno preso in considerazione, hanno avuto una selezione nazionale, e che hanno la facoltà di rimettere in gara una delle canzoni non scelte per l'ESC, mentre il Guest Jury Hits riguarda i restanti Paesi, che possono presentare un loro successo dello stesso anno.

OGAE Italy è in gara anche quest'anno al Guest Jury Hits, nel quale ha già collezionato ben sei vittorie e un secondo posto. Iniziamo quindi a porre la nostra attenzione su questa parte del concorso. La nostra giuria interna ha preso in esame una rosa di canzoni risalenti al 1976, e ha deciso, dopo una non facile selezione, di sottoporre all'attenzione dell'Europa un classico assoluto: "Margherita" del sempreverde Riccardo Cocciante, appena apprezzato come giudice in "The voice".



Non vogliamo e non possiamo, però, iniziare a cantare vittoria: Cocciante dovrà vedersela con avversari ben agguerriti, dei quali la più temibile è la svedese Frida (sì, quella degli Abba) con la sua "Fernando", che abbiamo scoperto essere stata pubblicata da lei come solista prima ancora che nell'interpretazione del gruppo al completo.

Sul fronte delle "vecchie conoscenze ESC" abbiamo inoltre l'austriaco Udo Jürgens (che condivide con la sammarinese Valentina Monetta la particolarità di avere rappresentato il proprio Paese per tre anni consecutivi: 1964, 1965 e 1966) con la divertente e spensierata "Aber bitte mit Sahne", e la Turchia con Ajda Pekkan, ancora lontana dal petrolio del 1980, che intona un motivo in francese, "Tu pars e tu reviens". La Grecia, dal canto suo, presenta Paschalis, uno degli interpreti di "Mathima solfege" del 1977, con la sua "Glykia zoi".

Passando invece al Retro, troviamo in gara il portoghese Carlos Do Carmo, la cui "Uma flor de verde pinho" fu il brano scelto per l'ESC di quell'anno: in questo caso interpreta "Ne teu poema". Israele presenta le Chocolate Menta Mastik, che portarono lo stesso anno all'ESC "Emor shalom" e in questo concorso propongono "Ze tov, ze tov". Da notare la presenza, in questo trio femminile, di Yardena Arazi, in gara all'ESC, sempre per Israele, nel 1988 con "Ben adam". Per l'Irlanda, con "Danny", si presenta Cathal Dunne, che riuscì poi nel 1979 a rappresentare il proprio Paese con "Happy man". Qualche anno in più dovette aspettare il finlandese Kirka, che ce la fece nel 1984 con "Hengaillaam": in questo caso ci fa invece ascoltare "Neidonryöstö". La Norvegia ci prova invece con il plurirappresentante Jahn Teigen, stavolta in coppia con Lyse Rypdal. Il pezzo, sconvolgente fin dal titolo, "Voodoo", è uno di quelli che si amano o si odiano, senza mezze misure.

Una proposta, quindi, interessante e variegata, ricca di curiosità eurovisive. Chi la spunterà? Da parte nostra, sfogliamo la "margherita" e chiediamoci se l'Europa "ci ama o non ci ama"!

lunedì 15 luglio 2013

Valentina Monetta, una storia bellissima in CD


Era già da qualche tempo disponibile per il download, su iTunes e altri siti analoghi, il secondo album di Valentina Monetta, intitolato "Crisalide - Chrysalis - La storia di Valentina Monetta". Non sarebbe stato però giusto non pensare a quella fetta di pubblico, ancora molto nutrita, che preferisce la concretezza del CD, con il suo packaging che è parte del suo grande fascino, alla "volatilità" degli mp3. Per loro, l'album è adesso disponibile anche su CD, distribuito dalla Jupiter Records su licenza della Sony Music.

Parliamo di "secondo album" in quanto il primo CD di Valentina, pubblicato nel 2011, è stato "Il mio gioco preferito". In effetti, i primi cinque pezzi della playlist de "La storia di Valentina Monetta" sono proprio tratti da questo suo precedente album. Come suggerisce il titolo, infatti, questo CD è essenzialmente un percorso, quello, cioè, che ha portato Valentina dalle esibizioni nei locali jazz della sua San Marino dapprima a Baku, poi a Malmö, e il prossimo anno in una città danese non ancora definita.

Data la giovane età, sia anagrafica che discografica, della nostra Valentina, il fatto di pubblicare già adesso un album che costituisce essenzialmente un "best of" potrebbe generare qualche perplessità. Questa, però, non è una semplice raccolta di successi, ma un vero e proprio saggio che permette di apprezzare la voce e il talento di Valentina in ogni sua sfaccettatura, dal jazz alla spensieratezza, dalla dance alla melodia raffinata, in studio come dal vivo.

Si inizia, come detto, con cinque canzoni tratte da "Il mio gioco preferito". Di tre di esse, la celebre "Una giornata bellissima", "L'amore verrà" (da non confondersi con la versione italiana di "You cant't hurry love" interpretata da Nina Zilli) e "Think about it", Valentina ha scritto sia musica che parole, rivelandosi anche come dotata cantautrice jazz, mentre "Di mia proprietà" si avvale di musica di Valentina con parole di Fabrizio Raggi. Le atmosfere sono quelle di un jazz soft e raffinato, con accenti swing ("L'amore verrà") e accelerazioni di ritmo ("Think about it"). Un mondo dove Valentina e la sua voce trovano la loro dimensione naturale e ideale. Chiude idealmente il periodo "pre-ESC" la cover del classico "My funny Valentine", che Valentina fa sua quanto il suo titolo, che, trasformato in "My funky Valentine", è stato adottato dal trio che la accompagna nei suoi spettacoli.

L'anello di congiunzione fra il jazz e la spensieratezza del suo primo ESC è una versione live di "The social network song" rimaneggiata in chiave swing, che tira prepotentemente fuori le potenzialità inaspettate e insospettate del brano, trasformato in un pezzo di classe. A contrasto, e sempre dal vivo, appare il titolo originale "Facebook uh oh oh", così bistrattato eppure perfetto per far ballare tutto l'Euroclub. Dello stesso periodo è "I'll follow the sunshine", un vero e proprio inno alla gioia limpida e cristallina.

Completano il CD ben otto versioni dell'ormai celeberrima "Crisalide": in italiano, in inglese, originale, jazz, dance e via dicendo. Valentina passa da un genere all'altro e riesce a essere convincente in tutti i suoi modi di affrontare il brano, dimostrandoci una volta di più come la stessa canzone possa acquistare mille sapori e caratteri diversi attraverso il ritmo, l'arrangiamento, la voce, l'interpretazione. Sulla carta, otto ripetizioni dello stesso brano suggeriscono noia: non è così con questa sequenza, la bravura e la versatilità di Valentina non vi permetteranno di annoiarvi neppure per mezzo minuto.  

Questo, quindi, è il percorso di Valentina. Finora. Adesso c'è una valigia da preparare per la Danimarca, e ancora tanta strada da affrontare, con successo. E con queste premesse, non sarà difficile.