sabato 30 novembre 2013

Gaia di nome e di fatto: Malta vince il Junior Eurovision!


Alla fine, la previsione della vigilia è stata rispettata: è Gaia Cauchi, con "The start", la vincitrice del Junior Eurovision Song Contest 2013. E' la prima vittoria per Malta in campo eurovisivo, visto che la bella isola non ha mai vinto l'ESC.

La lotta contro Ucraina e Russia è stata dura, il testa a testa serrato, ma alla fine la grande voce di Gaia, così calda ma allo stesso tempo precisa, dai virtuosismi quasi soul nel bridge del suo pezzo, ha conquistato giurie e televoto.

Inspiegabile, almeno ai nostri occhi e alle nostre orecchie, il risultato di San Marino, di molto inferiore alle aspettative, specialmente dopo la sua perfetta esibizione. I nostri amici sammarinesi si sono, infatti, classificati solo decimi. Ma, ahinoi, in questi concorsi c'è sempre una variabile impazzita che non dipende dal talento ne' dalla qualità dell'esibizione.

Quello che possiamo dire adesso è: onore a Malta! Una vittoria sicuramente meritata, e probabilmente veramente un inizio: quello di una grande carriera per Gaia, che ci auguriamo di vedere fra pochi anni all'ESC!

JESC2013: cronaca dell'Eurovision in miniatura



Pronti, via! Sono le 19 di Sabato 30 Novembre, e siamo tutti davanti alla TV, fra patatine e bibite, per sostenere il debutto di San Marino al Junior Eurovision Song Contest! Stasera si tifa per Michele Perniola e per il team sammarinese che inizia questa nuova, grande avventura.

Iniziamo con un delizioso balletto ispirato alle fiabe popolari ucraine, seguito da un siparietto “space-disco”, alla fine del quale le delegazioni dei Paesi partecipanti sfilano, in un’atmosfera a metà strada fra le Olimpiadi e la bellissima introduzione dell’ESC di Malmoe. In questo momento sta passando il nostro favorito, Michele Perniola, che indossa una giacca dorata, chiaro riferimento al suo idolo Michael Jackson.

Sono ora apparsi i presentatori, Timur e la sempre splendida Zlata Ognevich, vestita come una principessa delle favole, in giallo e verde. Lui porta invece una cravatta a puzzle che riprende il logo della manifestazione. Dall’alto abbiamo anche una bella prospettiva del palco, la cui base riprende ugualmente una tessera da puzzle.

Molto belle le cartoline, nelle quali l’onnipresente puzzle forma il paesaggio del Paese in gara. Subito dopo, il cantante presenta sé stesso. Il primo è lo svedese Elias, che interpreta “Der ar dit vir ska”, “Insieme siamo forti”. Look da piccolo rocker ed esplosioni di rosso sullo sfondo per una canzone che non sfigurerebbe, se cantata da un artista con qualche anno in più, all’ESC.

Il rappresentante dell’Azerbaijan è uno dei più piccoli in gara. Si chiama Rustam Karimov e canta “Me and my guitar”. Già dall’inizio, dall’inquadratura dei fans che indossano occhiali a forma di chitarra, e dalla formazione dei ballerini che imitano una bicicletta, si capisce come il gusto azero per la spettacolarità investa anche il Junior Eurovision. Nastri colorati a formare un pentagramma, formazioni di ballo, il tutto a incorniciare un pezzo orecchiabile e facile.

L’Armenia porta una canzone sicuramente gustosa, visto che il titolo è “Choco factory”. Monika, la cantante, è circondata dalle sue amiche che le fanno da corpo di ballo e si muovono fra giganteschi calici di frutta e una tavoletta di cioccolato in versione maxi. Il pezzo è una “mini-dance”, più ritmo che melodia, che fa venire voglia di muovere i piedi… e di sgranocchiare qualche cioccolatino.

Ci siamo! Arriva Michele Perniola con “O-o-O Sole intorno a me”! Bellissima la ricostruzione di San Marino nella cartolina, spigliata e grintosa l’autopresentazione di Michele.  Inizia nel più puro stile Valentina Monetta, inginocchiato in un cono di luce, poi il ritmo parte e la splendida voce si fa sentire. Senza scenografie ridondanti, con un corpo di ballo vestito di nero e una dance routine impeccabile, Michele coinvolge totalmente l’ascoltatore. Grande debutto, San Marino!

Per la Macedonia arriva Barbara Popovic con “Ohrid i muzika”, un uptempo deciso e scatenato. Date a Barbara qualche anno in più e la vedremo all’ESC. In scena con lei tre ballerini, due ragazze e un ragazzo, con vestiti stravaganti e una grande energia: tre minuti a ballare con questo ritmo senza perdere un passo non sono cosa da poco.

E’ la volta dei padroni di casa. L’Ucraina è rappresentata da Sofia Tarasova con “We are one” (non so come, ma questa frase l’abbiamo già sentita). Il look di Sofia ricorda la Primavera, con tutte quelle margherite attorcigliate ai lunghi capelli. A metà strada fra una ballata e un uptempo, anche questa è una canzone molto più “adulta” della sua interprete, ma Sofia la canta con grande convinzione.

Un breve stacchetto con i ballerini, e i due presentatori introducono la seconda parte dello spettacolo. E’ il turno della Bielorussia con Ilya Volkov che, ci dicono, è più un ballerino che un cantante. Interpreta “Poy so mnoy”, “Canta con me”, un onesto uptempo, sul genere Sakis Rouvas per intenderci, divertente e ben interpretato. Molta energia per questi ragazzi!

Arriviamo alla Moldavia con Rafael Bobeica e “Cum sa fim”. I suoi quattro ballerini, che iniziano la loro dance routine in piedi su dei parallelepipedi stampati come quadri impressionistici, indossano vestiti nello stesso stile. Rafael vuole studiare da tenore, e lo si capisce dalla sua impostazione vocale. La canzone è un piacevole midtempo. Ma bisogna dirlo, il volatile bianco che arriva verso la fine ci sembra un po’ già visto e rivisto (Thea Garret docet).

I georgiani Smile Shop sembrano usciti dagli anni Cinquanta, e infatti l’esibizione inizia in bianco e nero. La canzone è “Give me your smile”, e a essere sinceri sembra più un pezzo disco anni Settanta. La canzone è pregevole e l’armonia delle voci è ottima. Qualcuno li paragona ai Manhattan Transfer. Senza dubbio una delle esibizioni di maggior qualità della serata.

Cosa potevano cantare due gemelle? Ovviamente “Double me”! Si chiamano Mylène e Rosanne, e rappresentano l’Olanda. L’abbigliamento da cheerleaders, malgrado riprenda i colori della loro bandiera, le fa sembrare piuttosto americane, impressione accentuata dagli armadietti presi pari pari da qualche college.  Anche questo è un uptempo, divertente e leggero.

Ecco la favorita, la maltese Gaia Cauchi con la sua “The start”. Una ballata in stile americano interpretata con una bellissima voce grande precisione e sentimento. Gaia è sola con il suo microfono, a dimostrare che, se c’è la sostanza, non si ha bisogno di tanti orpelli.

Ultimo Paese in gara, la Russia con Dayana Kirilova che interpreta “Dream on”. Dayana canta su di una barchetta, che a un certo punto abbandona per portarsi avanti insieme ai ballerini. Un uptempo coinvolgente e molto “schlager” che non sfigurerebbe in qualche serata all’Euroclub.


Mentre la votazione è in corso e noi ci apprestiamo a goderci l’esibizione di Emmelie De Forest sempre con la sua “Only teardrops”, vi diamo appuntamento a dopo per il vincitore!      

Michele Perniola a poche ore dal Junior ESC



Ogae Italy: Ciao Michele, prima di tutto vorremmo farti i complimenti per la tua bellissima voce e per il tuo talento, e darti il benvenuto nella grande famiglia eurovisiva! E grazie per avere accettato di rispondere alle nostre domande per permetterci di conoscerti meglio.
Sei il primo rappresentante sammarinese al Junior Eurovision: una bella responsabilità! Come ti sei sentito quando sei stato scelto, e come affronti questa situazione?

Michele Perniola: Sono stato felice, emozionato, pieno di energia, ma sento anche una certa responsabilità. Un paese mi ha scelto per portare la sua bandiera e io voglio ripagare la loro fiducia.

Ogae Italy: È curioso parlare degli inizi di carriera con un ragazzo così giovane, ma in effetti tu eri già famoso per la tua partecipazione e la tua vittoria a “Ti lascio una canzone”. Che tipo di esperienza è stata? Quali sono i ricordi più belli?

Michele Perniola: Ho conosciuto tanti nuovi amici, con i quali sono rimasto in contatto anche dopo. Era divertentissimo andare a Roma per il programma, non solo per quello che accadeva in scena ma anche dietro le quinte. E alla fine ho anche vinto. Sono tutti belli, i miei ricordi di «Ti lascio».

Ogae Italy: Nel corso del programma ci hai mostrato le mille sfaccettature della tua grande passione per Michael Jackson. Che cosa ti piace così tanto della sua musica? E quali altri cantanti e/o gruppi ascolti volentieri, oltre a lui?

Michele Perniola: Michael è stato quasi un maestro per me. Ho iniziato ad appassionarmi alla musica grazie a Michael Jackson: avevo quattro anni e già impazzivo per la sua musica e per la sua energia. Michael Jackson è la storia della musica, ha gettato le basi per molte cose che oggi ci sembrano normali, come i video: pensa che fino a Thriller le emittenti americane trasmettevano malvolentieri i video dei solisti neri: i primi video erano considerati una cosa «da bianchi». Oltre a Michael? Stevie Wonder, Ray Charles, e ultimamente Bruno Mars.

Ogae Italy: Una volta vinto il programma e iniziato il tuo cammino verso il successo, ti è stato chiesto di rappresentare San Marino al Junior Eurovision. Ma tu conoscevi già questa manifestazione? E avevi mai visto il suo equivalente “adulto”, l’Eurovision Song Contest?

Michele Perniola:  Sinceramente non conoscevo lo Junior Eurovision, forse perché in Italia non è trasmesso. Però l’anno scorso quando Marco (Mengoni, ndr) ha preso parte all’Eurovision di Malmo non ho potuto fare a meno di seguirlo.

Ogae Italy: Parlaci della tua canzone. Cosa esprimi quando la canti? Che feeling hai con la musica, con il testo?

Michele Perniola:  La canzone parla di me, del mio rapporto con la mia terra: è il verso più importante della canzone. Le mie radici mi danno energia e spero di riuscire a trasmetterle.

Ogae Italy: Hai ascoltato le canzoni degli altri partecipanti? Ce n’è una che ti ha particolarmente colpito? Chi pensi che vincerà? E tu, che possibilità di vittoria pensi di avere?

Michele Perniola:  Mi piacciono tutte, ora che ho conosciuto personalmente gli altri concorrenti è difficile fare un nome. Ma se devo dirne uno, la canzone che più si avvicina ai miei gusti musicali è quella di Eliias (rappresentante della Svezia, ndr)

Ogae Italy: Pensi che una manifestazione come il Junior Eurovision, o l’Eurovision Song Contest, possa aiutare in qualche modo lo scambio e la comprensione fra popoli diversi?

Michele Perniola:  Sono qui da una settimana e ho conosciuto nuovi amici, imparato parole in nuove lingue, sono entrato in contatto con nuove culture. Senza il Junior Eurovision non sarebbe stato possibile. Credo che questo succeda a tutti i livelli.

Ogae Italy: Parliamo di futuro: dove ti vedi fra dieci anni? E se per qualche motivo dovessi abbandonare la carriera artistica, che mestiere ti piacerebbe fare?

Michele Perniola:  Io in dieci anni? Vorrei continuare ad esibirmi, a ballare e a cantare. Amo donare emozioni alla gente, è quello che cercherò di fare qualsiasi altra attività dovessi trovarmi a esercitare.

Ogae Italy: Grazie, Michele, sei stato gentilissimo nel rispondere alle nostre domande. Stasera saremo tutti davanti al televisore a fare il tifo per te e per San Marino! In bocca al lupo!


Malta ha scelto i suoi 20 finalisti: Fabrizio è tra di loro!


Chi la dura la vince, e chi non si arrende alla prima difficoltà prima o poi viene premiato. Stiamo parlando di Fabrizio Faniello, il nostro maltese preferito, nostro graditissimo ospite alla festa bolognese di Ottobre 2012. Oggi ci congratuliamo con lui perché, dopo la delusione dello scorso anno proprio alla preselezione maltese, quest'anno rientra a testa alta fra i 20 finalisti che si contenderanno la possibilità di rappresentare Malta all'ESC di Copenhagen!

Non che durante l'anno sia stato con le mani in mano: come sapete, ha vinto la Kanzunetta Indipendenza (più o meno l'unico festival maltese che non aveva ancora vinto) e ha ottenuto un programma tutto suo, "In cucina con Fabrizio". Ma il richiamo dell'ESC è sempre fortissimo!

Così come fortissima quest'anno è la sua canzone, una ballata intitolata "Just no place like home". Fabrizio la interpreta davvero con il cuore e con grandissima professionalità. Dovrà vedersela, fra gli altri, con Miriam Christine, anche lei ex rappresentante eurovisiva della bella isola mediterranea. Ma il nostro "No surrender" lotterà con le unghie, con i denti, e, soprattutto, con la voce!

Forza Fabrizio, OGAE Italy tifa per te!   

giovedì 28 novembre 2013

La strada di Franco Battiato al cinema


E' stato presentato oggi al Torino Film Festival "Temporary road. (Una) vita di Franco Battiato", un documentario di 70 minuti incentrato sul cantautore siciliano.

Secondo Paolo Virzì, direttore del Torino Film Festival, si tratta di "un artista unico, sofisticato e pop", e il documentario permetterà agli spettatori di avvicinarsi allo spirito di questo personaggio così particolare.

Il film sarà proiettato nelle sale italiane soltanto l'11 Dicembre, mentre il 6 Dicembre inizierà il tour "Diwan, l'essenza del reale". Come afferma lo stesso cantautore in una scena del film, "Tutto è provvisorio nell'universo", ma "una canzone è importante se aiuta qualcuno a essere più degno".

#Nonmeneaccorgo, da domani il video live


E' "#Nommeneaccorgo" il nuovo singolo di Marco Mengoni, tratto dall'album "#Prontoacorrere", che sarà da domani in programmazione su tutte le stazioni radio.

Contemporaneamente all'uscita del singolo, sarà pubblicato anche un video live, registrato al Teatro Antico di Taormina per la regia di Christian Biondani. Il video è tratto dal triplo cofanetto "#Prontoacorrere - Il viaggio", uscito da pochi giorni.

Che altro aspettarsi, se non l'ennesimo successo per il Marco nazionale?

mercoledì 27 novembre 2013

Eddy Anselmi, prima volta al JESC con San Marino



OGAE Italy: Ciao Eddy, per noi è veramente curioso intervistare una persona che conosciamo ormai da anni e con la quale abbiamo condiviso vari momenti importanti a livello di OGAE e di ESC, e della quale abbiamo una grandissima stima sia dal punto di vista umano che professionale. Grazie per tutto il tempo e la passione che dedichi al nostro club, oltre che per questa intervista.
Iniziamo dalle tue esperienze quale membro delle delegazioni eurofestivaliere dapprima sammarinese (con Senit) e poi italiana (con Nina Zilli e con Marco Mengoni). Sono sicura che sono state entrambe appassionanti ed estremamente positive, ma ci sono, fra le due delegazioni, delle differenze nell’approccio all’ESC, nel modo di lavorare, nel modo di affrontare la gara?

Eddy Anselmi: La differenza più grande  tra Italia e San Marino è negli obiettivi e nel calendario del concorso. Affrontare le Semifinali significa arrivare nella città ospitante una settimana prima rispetto a chi, da «big 5» è qualificato di diritto. Essere già in finale rende tutto molto più tranquillo. Una cosa in comune c’è, stata: l’estrema e assoluta positività, in termini umani, e serietà professionale degli artisti in concorso per le delegazioni di cui ho fatto parte.

OGAE Italy: Adesso sei a Kiev, insieme alla delegazione sammarinese al Junior Eurovision. Che cosa ti aspetti da questa esperienza? Quali pensi che saranno i punti di contatto e le differenze con l’ESC?

Eddy Anselmi: L’atmosfera dello JESC è la stessa Eurovisiva, solo in scala ridotta. In più, ci sono tutte le accortezze dovute al fatto che si tratta di una competizione tra under 16. Ci sono le serate all’Euroclub, per esempio, ma terminano alle 22  e non si servono alcolici. In più, molti dei ragazzi in concorso, al di là della gara, hanno l’opportunità di vivere un’esperienza internazionale e di conoscere nuovi amici di ogni parte d’Europa.

OGAE Italy: I programmi incentrati sui giovanissimi che cantano o comunque si esibiscono in numeri artistici di vario genere sono spesso al centro di polemiche per l’età ancora acerba dei protagonisti. Smonta le opinioni negative e dicci invece perché dovremo essere tutti davanti alla TV il 30 di Novembre!

Eddy Anselmi: Gigliola Cinquetti si qualificò per il Sanremo 1964 a meno di sedici anni, Luis Miguel arrivò sul podio del Festival  a meno di quindici, Anna Tatangelo, ma anche i Gazosa e Alessandro Casillo vinsero tra le nuove proposte a Sanremo, Nikka Costa sbancò le classifiche con On My Own  a nove, troppo giovane anche per il Junior Eurovision. Nei tanti paesi in concorso ci sono culture differenti in merito ai concorsi di canzoni under 16. Per fare due esempi: i paesi del Caucaso, la Georgia su tutti, hanno una centenaria tradizione di scuola di canto polifonica che parte dall’infanzia. Olanda e Svezia hanno invece trovato un format televisivo di successo, il concorso canoro fra teenager. Il Junior Eurovision Song Contest rappresenta la conclusione di un percorso che è già passtato attraverso una selezione (e una promozione) nazionale. Poi è vero, come nello sport, anche imparare, esercitarsi, scoprire i propri limiti e crescere nello spettacolo è un impegno che richiede dedizione e tempo, e come ogni esperienza totalizzante dai 10 ai 16 anni presenta dei rischi, su tutti la gestione delle aspettative e il senso delle proporzioni. Ma vale anche per i piccoli nuotatori o per le giovani tiratrici di scherma.
 Questo premesso, è una gara di canzoni pop tra diversi paesi, ed è divertente per molti dei motivi per cui è divertente l’Eurovision Song Contest, in scala.

OGAE Italy: San Marino partecipa all’Eurovision Song Contest dal 2008 (con due anni di pausa). Adesso ha deciso di partecipare anche al Junior Eurovision. Da cosa è nata questa decisione?

Eddy Anselmi: Posso testimoniare l’entusiasmo dell’emittente Sammarinese verso le iniziative Eurovisive in genere. L’idea di partecipare al Junior Eurovision non è nuova, ma come ogni nuovo progetto ha avuto bisogno di condizioni positive, quindi di organizzazione, tempo e opportunità, all’attesa di una proposta artistica che valesse la pena per il debutto all’Eurovision Under 16.

OGAE Italy: La prima partecipazione di San Marino all’Eurovision Song Contest ha preceduto di pochi anni il rientro dell’Italia. Pensi che con il Junior Eurovision potrebbe succedere qualcosa di simile, cioè l’Italia potrebbe essere spinta a partecipare proprio dal debutto di San Marino?

Eddy Anselmi: Ho purtroppo idea che le attuali caratteristiche dello JESC, anche solo l’orario dello spettacolo dalle 19 alle 21 in Italia, non lo rendano compatibile con l’attuale offerta televisiva e con la struttura dei palinsesti generalisti. E credo che d’altra parte possa rappresentare un onere ingiustificato per una deviazione dal normale calendario dei canali tematici.

OGAE Italy: E tu consiglieresti all’Italia di affrontare anche l’avventura del Junior Eurovision?

Eddy Anselmi: Durante il lungo inverno eurovisivo dell’Italia, ragionavo sulle obiezioni che si potevano opporre al nostro ritorno in gara. E a ogni critica potevo trovare una risposta che la neutralizzasse, o una contro motivazione più forte. C’erano tutte le condizioni, si trattava di aspettare e alla fine l’Italia è tornata. Se faccio lo stesso esercizio con lo JESC applicato all’Italia non ottengo gli stessi risultati. Personalmente mi piacerebbe anche, lo vedrei come un’innovazione gentile e pulita. Ma non avrei argomenti da opporre a chi mi spiegasse perché no.

OGAE Italy: Parliamo di concorsi OGAE. Dopo avere organizzato due volte la giuria italiana per l’OGAE Song Contest, ora ti ritrovi organizzatore dell’attuale edizione, e coadiuvi, a livello informatico, Valentina Ruffinatto che sta organizzando l’OGAE Video Contest. Ultimamente ci sono voci che indicano questi concorsi virtuali fra club OGAE come datati, facendo notare che, oggigiorno, in rete si trovano tutta la musica e i video che si possano desiderare senza nemmeno doversi scomodare a votare. Tu cosa ne pensi? Sono ancora importanti i concorsi OGAE?

Eddy Anselmi: I concorsi OGAE sono una sorta di gioco di ruolo, il cui regolamento è ormai un protocollo comune che spinge i diversi fan club a immaginarsi broadcaster e a organizzare i propri Song Contest. Al di là delle canzoni, i concorsi OGAE sono una passione comune a migliaia di persone in Europa, che hanno così occasione di conoscersi, mantenersi in contatto, scambiarsi idee, consigliarsi musica e altro. Le nuove tecnologie hanno contribuito non poco a rinnovarli e ad ampliare il numero delle persone coinvolte e la qualità della loro partecipazione.  

OGAE Italy: Hai realizzato l’Almanacco del Festival di Sanremo, l’opera più completa e dettagliata dedicata a questa manifestazione. Se fossi tu l’organizzatore del Festival del 2014, come creeresti il tuo festival? In che modo cercheresti di legarlo ancora di più all’Eurovision Song Contest?

Eddy Anselmi: Sono convinto che Fazio e la sua squadra, dal cast al regolamento, ai difficili equilibri tra peso del televoto e della giuria abbiano trovato un’ottima formula, che contempera diverse esigenze: sono estremamente contento che sia stato tutto confermato. Resta un punto debole, come da qualche anno: la gara dei giovani, che rappresenta anche l’ultima sfida da vincere per gli organizzatori di Sanremo.
Il legame tra Sanremo e l’Eurovision, anche solo relativamente all’investitura ufficiale del portabandiera italiano, ha provocato un’ondata di interesse positivo per Sanremo e per la scena musicale italiana in Europa che non si era riscontrato negli anni immediatamente precedenti al 2011.

OGAE Italy: La tua passione per la musica e per le manifestazioni musicali è evidente, ma con l’Eurovision Song Contest affiora ancora di più. Perché credi così tanto in questo evento?

Eddy Anselmi: Mi sono appassionato a Sanremo perché il Festival mi ha raccontato un pezzo di Storia del mio Paese. Credo che l’Eurovision rappresenti, a parte lo sport, l’occasione più importante che gli Europei hanno per mettere in comune la loro cultura popolare. La maggior parte della musica che ascoltiamo è americana (o inglese) o italiana. Mettere in comune una canzone, uno spettacolo di tre minuti, e cercare di conquistare i telespettatori islandesi e i georgiani, i finlandesi e i portoghesi è anche la testimonianza che si può provare a cercare una lingua comune europea. E per ogni edizione ci sono tante storie da raccontare, e tanti paesi e persone da conoscere, non solo bandiere e sagome da ritrovare sulla cartina geografica.

OGAE Italy: Un’ultima domanda: un pronostico per il Junior Eurovision. Chi pensi che vincerà?

Eddy Anselmi: Vinceranno l’EBU, il nuovo supervisore esecutivo del concorso Vladislav Yakovlev  e la produttrice esecutiva Victoria Romanova di NTU Ucraina, che si sono prodigati in uno sforzo organizzativo senza precedenti credendo al rilancio e allo spazio di crescita del concorso.

OGAE Italy: Grazie Eddy, è stato come sempre un piacere parlare con te di questa passione che tutti noi condividiamo. In bocca al lupo a te per questa nuova esperienza eurovisiva, e a San Marino, sperando in un ottimo piazzamento!

lunedì 25 novembre 2013

L'Eurovision Song Contest? Prezioso come un diamante


Contemporaneamente alle notizie relative all'inizio, il prossimo Venerdì, della prevendita dei biglietti per l'ESC 2014, l'emittente danese DR ha oggi presentato un'anticipazione di quello che sarà il motivo grafico per la prossima edizione dell'Eurovision Song Contest.

Si tratta di un diamante dai riflessi di blu, rosso e porpora, sul quale campeggia la scritta "Join Us" in forma di hashtag, a sottolineare la crescente importanza che i social media hanno anche rispetto all'Eurovision Song Contest, così come rispetto a moltissimi aspetti della nostra quotidianità.

Il produttore Jan Lagerman Lundme precisa che non si tratta del logo finito, ma questi sono gli elementi sui quali si sta lavorando. Aggiunge che l'energia che viene dal nucleo del diamante è una metafora dell'ESC, un posto che unisce musica e persone di tutta Europa e dove succede qualcosa di bello.

Lundme non ha però rivelato nulla circa il progetto per il palco. Forse è davvero troppo presto. Ma voi non distraetevi, altre notizie potrebbero arrivare prima di quanto crediamo!  

Olanda: Ilse e Wylon volano a Copenaghen!



Sono stati annunciati oggi, con una conferenza stampa, i rappresentanti olandesi all'ESC 2014.

Si tratta di Ilse DeLange, classe 1977, e di Willem Bijkerk (in arte Wylon), classe 1980, nel duo creato appositamente con il nome The Common Linnets.

Wylon è diventato famoso qualche anno fa per aver partecipato allo show Holland's Got Talent che gli ha valso un buon successo nel suo paese.

Ilse invece canta dall'età di 8 anni e ha al proprio attivo sette album in studio e cinque album dal vivo. Quello che la rende maggiormente nota al pubblico italiano è  il duetto con il nostro Zucchero sulle note di "Blue". Il pezzo, pubblicato nel 2005, raggiunse la decima posizione in classifica in Olanda. Voce limpida e melodiosa, aspetto particolarmente avvenente, rappresenta sicuramente un'ottima scelta per i Paesi Bassi.

La canzone per Copenaghen verrà annunciata in seguito, intanto riascoltiamo "Blue" dalla sua voce unita a quella di Zucchero.

domenica 24 novembre 2013

Eurovision? "Tale e quale"!

Come abbiamo scritto la scorsa settimana, Riccardo Fogli ha dovuto lasciare il cast di "Tale e Quale Show" per far posto ad alcuni partecipanti della scorsa stagione. Ma pensavate, cari eurofans, di poter smettere di seguire il programma? Niente affatto! Anche Venerdì scorso si sono registrate tre esibizioni di grande interesse.

Iniziamo con la "ritrovata" Serena Autieri, che ha avuto l'onore di imitare Lara Fabian nel suo "Adagio". La voce di Serena è indiscutibile, e, se non estremamente somigliante all'originale, l'esibizione è stata comunque emozionante. Da registrare, però, l'estrema disinformazione di quasi tutti i giudici che, oltre a confessare candidamente di non conoscerla, hanno continuato a chiamare la rappresentante del Lussemburgo 1988 "Làra Fàbian"! Speriamo che seguano tutti l'esempio di Christian De Sica che ha promesso di affrettarsi, il giorno seguente, ad acquistare un suo CD.



Roberta Lanfranchi ha avuto un compito altrettanto arduo: interpretare la nostra commentatrice del rientro (2011) nonché mito assoluto Raffaella Carrà. Brano scelto, la celeberrima "Rumore", enorme successo che, a suo tempo, fu anche oggetto di una lunga contesa con Donatella Moretti. Precise le mosse, tanto che da lontano si aveva l'impressione di vedere davvero Raffaella. Un po' meno la voce e la somiglianza facciale, ma non si può avere tutto.



E veniamo alla "Mission impossible" di Gabriele Cirilli, che stavolta, "Mamma mia!", ha fatto riunire virtualmente gli Abba. Non si tratta, ovviamente, della stessa reunion ventilata da Agnetha. La performance mancava un po' di grinta, e l'impressione è stata quella di vedere una puntata del "Benny Hill Show". Ma questo, d'altronde, è lo scopo di Cirilli: strappare una risata con un affettuoso omaggio a un complesso straordinario.



Ma, dopo tutte queste esibizioni, una riflessione è d'obbligo: è ancora possibile pensare che l'ESC non sia di grande interesse per il pubblico italiano? Visti i soggetti scelti per queste imitazioni così nazional-popolari, non si direbbe!