giovedì 26 maggio 2016

Francesca Michielin: quel palco che divide!



A distanza di qualche giorno dalla finale eurovisiva, lo stage presentato da Francesca Michielin sul palco della Globe Arena di Stoccolma fa ancora discutere.

La presentazione di "No degree of separation" curata dalla famosa coreografa danese Nicoline Refsing ha diviso gli animi dei fans e degli addetti ai lavori, delle giurie e dei televotanti che molto probabilmente non hanno colto il vero senso del messaggio. Forse un po' colpa anche dei commentatori esteri che non lo hanno spiegato per bene.

Da un lato è stata apprezzata la semplicità della rappresentazione con i vari oggetti collocati sul palco, dall'altro la cosa è stata vista in modo negativo e non connesso al senso della canzone.

Francesca ha più volte spiegato il significato del tutto chiarendo che l'albero simboleggia l'Europa e tutte le cose appese a sua volta rappresentano i paesi che la compongono. Molti oggetti come gli occhiali tridimensionali, i palloncini e i diamanti richiamano il video della canzone. Un po' un inno alla diversità, l'albero è composto da rami, radici, frutti, foglie, che deve essere accettata e capita senza barriere e divisioni come recita la canzone.

 
Ma veniamo al finale quando Francesca porta in primo piano un germoglio che esce da un seme. Qui la fantasia dei fans è senza limiti: patata, cipolla, bulbo e chi più ne ha più ne metta! Semplicemente il seme rappresenta la nascita di un nuovo albero che darà vita ad un'altra generazione. Un simbolo di speranza e tolleranza contro tutti i pregiudizi.

E tutto questo è iniziato con il viaggio di Francesca per Stoccolma attraverso le varie capitali europee dove sono stati piantati molti semi con l'invito a farsi tutti germogli di un'Europa libera.

Durante la performance è evidente il nastro arcobaleno legato sul microfono e portato sul palco anche del teatro Ariston di Sanremo in solidarietà alla comunità LGBT.

Ma non solo, Francesca ha approfittato anche per lanciare un ulteriore messaggio durante la sua permanenza nella capitale svedese.

Nello stage iniziale erano previsti anche delle papere di gomma, un gabbiano e un pappagallo colorato. Ebbene, dopo le prime prove è stato deciso di eliminare questi elementi. 


Da quel momento in poi il pappagallo compare in numerose foto di Francesca che, grazie al quel pennuto, ha voluto lanciare un messaggio sul rispetto dell'ambiente, della natura e degli animali.


Non c'è che dire, questa ragazza è veramente speciale, con un animo gentile e discreto ma sempre pronto a battersi per una causa importante! Grande Francy!

Ah... che fine ha fatto il pappagallo...?! Si dice che stia ancora svolazzando nei dintorni della Globe Arena...! 


martedì 24 maggio 2016

Eurovision 2016: ascolti BOOM!



L'edizione 2016 dell'Eurovision Song Contest è stata vista da circa 204 milioni di telespettatori in tutto il mondo.

L'evento non sportivo più seguito ha migliorato ancora l'audience con 5 milioni in più rispetto all'edizione 2015.

Ovviamente i confini dell'Europa si stanno espandendo sempre di più grazie alla trasmissione dello show da parte di molte televisioni extra–europee fra le quali quella dell'Australia, in gara per il secondo anno consecutivo, della Cina, del Kazakistan e, per la prima volta, degli Stati Uniti.

A questi dati bisogna aggiungere i 2,6 milioni di utenti web che lo hanno seguito online sul sito dell'EBU da ben 196 paesi. Oltre ai 5 milioni che lo hanno visto in differita sul canale ufficiale di YouTube.

In Italia la finale è tornata su Rai1 dopo molti anni. Lo spettacolo è entrato nelle case degli italiani in maniera prorompente a giudicare dai dati di ascolto e dal successo della manifestazione sui social. Il tutto fa presagire alla conferma della finale 2017 sulla stessa rete. L'evento è stato trasmesso anche in diretta sulle frequenze di Rai Radio 2.

Stessa sorte per le semifinali andate in onda su Rai4 che hanno registrato un ottimo ascolto.

Cogliamo l'occasione per ringraziare la Rai per l'impegno messo nel pubblicizzare l'evento, tutti i dirigenti che hanno reso possibile la messa in onda degli show, la nostra delegazione a Stoccolma capeggiata da Nicola Caligiore, la bravissima Francesca Michielin e i nostri commentatori "per una notte" Flavio Insinna e Federico Russo per Rai1 e Marco Ardemagni e Filippo Solibello per Rai4 e Radio 2. GRAZIE! 

Per chi volesse rivedere la finale...

Disco d'oro per Francesca!



Un altro importante traguardo è stato raggiunto dalla nostra rappresentante alla 61° edizione dell'Eurovision Song Contest 2016 Francesca Michielin.

E' infatti di ieri la notizia della certificazione a disco d'oro del suo ultimo album "Di20are" che contiene tutti i suoi ultimi singoli di successo come "L'amore esiste" e "Magnifico" ma, soprattutto, la seconda classificata al festival di Sanremo, nonché entry italiana, "Nessun grado di separazione".

Non c'è che dire, la partecipazione di sabato, nonostante il piazzamento in classifica non del tutto esaltante, ha comunque fatto bene a Francesca che si è vista ritornare in top 10 nella classifica degli album più scaricati su iTunes ed un bel balzo dalla 36° alla 22° posizione nella classifica Fimi a più di 3 mesi dalla pubblicazione dell'album.

Tra le altre cose, Francesca è in gara per gli MTV Awards 2016. Potete votarla qui!



Non solo, fra gli impegni estivi di Francesca ci saranno i Wind Music Awards e, molto probabilmente, il Coca Cola Summer Festival.

Mentre per vederla in tour in giro per l'Italia bisognerà aspettare Ottobre. Ecco alcune date:

5 ottobre Latteria Molloy – Brescia DATA ZERO
6 ottobre Fabrique – Milano
8 ottobre Supersonic – San Biagio Callalta (TV)
14 ottobre Hiroshima Mon Amour – Torino
15 ottobre Vox – Nonantola (MO)
21 ottobre Papillon 78 – Siena
22 ottobre Campus Industry Music – Parma
25 ottobre Orion – Roma
27 ottobre Duel beat – Napoli
28 ottobre New Demodé – Bari
29 ottobre Industrie Musicali – Lecce

Barbara Dex Award alla croata Nina Kraljić


Il risultato, bisogna dirlo, era scontato. E' vero che, lo abbiamo detto più volte, il vero scopo del Barbara Dex Award non dovrebbe essere quello di "premiare al contrario" il peggior costume di scena, ma semmai l'abito più banale, quello che sembra acquistato dalla merciaia sotto casa, quello con cui nessun uomo o donna di spettacolo che si rispetti si presenterebbe mai sul palco. Tuttavia, quest'anno la Croazia ha effettivamente esagerato, ed è apparso prevedibile fin dalla sua prima esibizione che Nina Kraljić avrebbe conquistato senza problemi questo premio di dubbio prestigio.

Già a cominciare dal soprabito, somigliante a una struttura in carta di riso giapponese con disegni di arbusti invernali, l'impressione non è stata esattamente delle migliori, con la cantante piuttosto costretta in quella specie di enorme guscio. Del resto, non è che, una volta tolta la parte esterna del vestito, la situazione sia molto migliorata, come potete vedere dalla foto qui sotto.


Anche l'abito vero e proprio, infatti, risultava piuttosto confusionario, in una profusione di gale, pieghine ed elementi decorativi. In tutto questo insieme, la cosa più sobria è stata la scelta del bianco e nero che ha quantomeno mitigato il tutto. Indubbiamente la mise indossata da Nina, oltre ad averle fatto vincere il Barbara Dex Award, rimarrà nella storia della manifestazione, ma forse un vestito un poco più minimalista avrebbe distratto meno l'attenzione e permesso agli ascoltatori di concentrarsi meglio sull'ascolto della canzone.

Bisogna dire, in ogni caso, che Nina non ha brillato per sobrietà neppure in altre occasioni: esemplare il vestito fantascientifico scelto per il Red Carpet.


Seconda classificata la Germania, con "Miss Manga" Jamie-Lee Kriewitz. D'altronde, il suo personaggio è proprio quello, e la somiglianza con un cartone animato giapponese è puramente voluta. Molto probabilmente anche Jamie-Lee si aspettava un piazzamento, e non sarà stata sorpresa più di tanto da questo suo secondo posto.

Il terzo posto, attribuito alla Svizzera Rykka, dipende essenzialmente dal colore blu chiaro della sua chioma, che, a essere onesti, non le rendeva gran che giustizia. Probabilmente è stato un tentativo di giocare con ironia con il suo look da Marylin Monroe, ma l'effetto non è stato eclatante.

Al quarto posto la Bulgaria: altro outfit spaziale, stile supereroina galattica con aggiunta di catarifrangenti e led. Poli Genova, però, può passare sopra ridendo a questo piazzamento, perché ha un altro quarto posto, ben più importante, da festeggiare: possiamo affermare, senza tema di smentita, che, per avere regalato alla Bulgaria il miglior risultato di sempre, e per avere ampiamente riscattato la propria (ingiusta) eliminazione del 2011 con "Na inat", Poli può essere considerata la vera vincitrice di questa edizione dell'Eurovision Song Contest.

Chiudiamo con il quinto posto della Bosnia Herzegovina, con Deen e Dalal anch'essi quasi usciti da un film di fantascienza: vestiario "tecnico", rosso e nero, scollatura profonda con corpetto dalla forma di farfalla. Se dobbiamo dare il nostro parere, come abiti non ci sembravano così terribili, e ci sarebbe stato certamente da scegliere qualcosa di peggio. Ma tant'è.

Infine, qualche nota tecnica: per motivi non specificati, il sito Eurovisionhouse non ospiterà più il Barbara Dex Award, che, dalla prossima edizione, sarà organizzato dal sito Songfestival.be. Il nuovo indirizzo, che per il momento condurrà al vecchio sito, sarà www.barbaradexaward.com.

      

lunedì 23 maggio 2016

Post-Eurovision Depression? Cosa è la P.E.D. e come curarla!


Spesso, anzi forse molto di frequente, nel linguaggio comune e mediatico si usa e si abusa di termini psicologici e psicopatologici. Di “depressione” si sente parlare ovunque, con un tono supponente e onnicomprensivo, come se un semplice umore “un po’ storto” possa necessariamente e istantaneamente condurre o esitare verso situazioni davvero invalidanti come quelle depressive più profonde. Per “depressione” si intende generalmente una patologia psichiatrica, denominata anche "disturbo dell’umore", se proprio si vuole essere precisi. Tuttavia essa si situa a livelli diversi e può sorgere in situazioni specifiche lungo l’arco della vita, senza entrare troppo nei dettagli clinici. Ultimamente si sente parlare di questo “quadro umorale” proprio in concomitanza della fine di una annata/edizione dell’Eurovision Song Contest : a volte lo si nota o lo si legge in senso caricaturale, a volte lo si evidenzia con una certa rilevanza, quasi a dire : guardate che c’è gente che soffre davvero per la fine dell’Eurovisione. Come tutti i “quadri depressivi” anche questa presunta “patologia” avrebbe la sua peculiare sintomatologia, dove dominerebbe un umore costantemente negativo, malinconico, triste, umanamente comprensibile per la fine di un evento spettacolare e coinvolgente, sotto diversi punti di vista. Si può essere tristi per non aver visto in Finale la propria nazione o il proprio cantante e/o la propria canzone favorita, si può essere tristi per non vedere più (almeno temporaneamente) i nostri amici, connazionali e/o stranieri, per il fatto di aver incontrato persone fantastiche e magari pensare all’incertezza di rivederle in futuro, per aver visto posti incredibili, da sempre nei sogni o nei desideri, o ancora, più semplicemente, perché un evento tanto atteso è giunto, volente o nolente, alla sua naturale, cronologica conclusione. Quello che colpisce non è tanto la presenza di questi “umori”, che nel loro essere fisiologici possono anche comparire dopo una brillante vacanza o dopo un viaggio particolare, quanto la specificità legata all’evento in sé, quasi ad evidenziare l’esplosione emotivo-affettiva che l’Eurovision Song Contest può scatenare nei suoi fans. In questa ottica si possono aprire, tuttavia, due principali interpretazioni, due principali livelli di comprensione: il primo porterebbe a considerare manifestazioni di simil-fanatismo, per le quali la persona “investe” tempo e motivazione in maniera significativa ; più elevate sono le motivazioni, più elevate le aspettative, più eclatanti le manifestazioni successive. l'altro potrebbe invece focalizzare l'attenzione sull’espressione di sentimenti estremamente “liberi” dalla quotidianità e dai vincoli delle singole esistenze, come se l’evento ESC si ponesse a guisa di contenitore di "naturale positività" e di emozioni speciali e uniche, in un certo senso irripetibili, mediate poi da un linguaggio universale, la musica, e da altri messaggi di tipo visivo ugualmente importanti e incisivi. Tali esperienze molto positive subirebbero un vero e proprio freno tanto emotivo quanto razionale, appunto, nel ritorno alla realtà quotidiana. Se da una parte, quindi, si potrebbe considerare una sorta di “eccessivo coinvolgimento” nell’ESC, dall’altra si potrebbe parlare di inevitabile reazione ad un “esame di realtà” alla sua conclusione. Ovviamente, si sta parlando di un quadro che nella clinica non esiste, ma che sembra essere presente, con modalità e intensità differenti, in tutti i fans. C’è chi prova irritabilità, chi agitazione, chi mancanza di interesse per le abituali attività e/o relazioni, chi risente, soprattutto, degli effetti di un prolungato stato di eccitazione psico-motorio-sensoriale, insito nella struttura dell’evento e delle numerose attività in esso previste o concomitanti. Più che di depressione, riportando appunto l’intero discorso su un piano di oggettività, andrebbe considerata invece la prospettiva emotiva e motivazionale : lo stare insieme, la condivisione, l’apertura, il supporto percepito, il muoversi liberamente, lo scoprire posti e/o situazioni nuove, conoscere e incontrare persone e usanze.  Trattandosi di emozioni, ovviamente, una lettura razionale risulterebbe molto forzata.  Non occorre quindi consolarsi con chili di Nutella o piangere ripetutamente per la conclusione di un periodo bello o spensierato, anche se significativo e coinvolgente. Un esame di realtà serve : con il tempo bisogna “prepararsi” all’evento successivo (che comunque è e sarà in programma), tenendo gelosamente tutto il “buono” preso da questa esperienza con la musica e oltre la musica.