sabato 23 maggio 2015

La nostra finale da brivido... dalla sala stampa



Ed eccoci qua, siamo alla grande serata! Questa è la finale dell'Eurovision Song Contest 2015, e, senza fare pronostici di alcun tipo, ve la raccontiamo, come ormai da qualche anno, direttamente dalla sala stampa della Stadthalle di Vienna.

Non avete idea della folla che abbiamo qui stasera. I greci, come da tradizione, hanno già apparecchiato il loro tavolo con bandiere e striscioni, ma anche gli altri Paesi non sono da meno: stasera qui si farà festa come e più che nell'arena!

Finalmente sentiamo la sigla dell'Eurovisione, e parte l'opening act. Venti minuti di varietà che includono i Wiener Philarmoniker, l'orchestra dell'ORF, un filmato sul tema del cerchio nella natura, e naturalmente Conchita insieme alle tre presentatrici. Quello che veramente commuove è però un altro video sul tema del costruire ponti, nel quale abitanti di tutto il mondo interagiscono attraverso immagini accostate. Splendido, ma qui tutti sono impazienti di entrare nel vivo della gara!

Inizia la Slovenia: i Maraaya con "Here for you". Si inizia con Marjetka su sfondo nero, in un romantico abito di pizzo bianco a contrasto con le cuffie da DJ che porta in testa. In tuta nera brillantinata la figurante che suona l'air violin, mentre Raay, al pianoforte, sembra divertirsi moltissimo a muovere le braccia a ritmo. Ne ha ben donde: la canzone è godevole e la voce particolare di Marjetka le dà veramente un tocco in più.

Posto sfortunato, il numero due, per la francese Lisa Angell. Nel girgio di una città distrutta, completamente vestita di nero, la cantante inizia con tristezza e rimpianto la sua "N'oubliez pas". Mentre il pathos cresce e la drammaticità raggiunge il culmine, centinaia di tamburini appaiono sullo sfondo. Esibizione suggestiva e coinvolgente anche dal punto di vista vocale.   

Israele, in completa antitesi, infiamma la sala stampa. Nadav Guedj e i suoi ballerini, in una messa in scena semplicissima, riescono a trascinare anche i più reticenti al ballo. Tutti i giornalisti si sono alzati in piedi e battono le mani a ritmo, mentre sullo schermo il colore oro domina la scena, con particolare riferimento alle incredibili scarpe di Nadav. Gli stivali d'oro hanno già portato fortuna una volta, no?

Si torna agli anni 60-70 con l'estonia. Stig inizia in controluce, come davanti a una porta aperta. Dopo la prima parte del ritornello, se ne apre un'altra, e, nella sua striscia di luce, appare Elina. E' un incrociarsi di lame il loro sguardo, fra la delusione di lei e l'aria di scusa di lui, che esce alla fine della sua parte, lasciando lei sola a concludere tristemente la loro "Goodbye to yesterday"

Adesso si balla! Ci sono gli Electro Velvet con "Still in love with you" per il Regno Unito. Ambientazione anni Trenta con effetto luminoso sui vestiti e sulla scenografia. Certi problemi dei costumi sono stati risolti, e l'insieme è davvero gradevole. Un buon modo di dimostrare come lo swing non sia necessariamente fuori moda. Bellissima, comunque, la presa dall'alto che fa pensare a un vinile sul piatto.

L'Armenia coinvolge con "Face the shadow" e un'esecuzione emozionale, ambientata tra foreste di alberi e motivi artistici che richiamano la tradizione del Paese. I Genealogy sentono molto il coinvolgimento del rappresentare il loro Paese in questo contesto, ma questo non compromette la bellezza delle voci e il pathos dell'esibizione.

Buffo che la Lituania abbia scelto come sfondo un sole che richiama molto la bandiera della Macedonia. "This time" è un brano spensierato e senza pretese, nel quale Monica e Vaidas sembrano quasi i protagonisti di un cartone animato. Il triplo bacio (fra cantanti e coristi dello stesso sesso) entusiasma e dà una notevole spinta all'esibizione.

Arriva la Serbia con Bojana Stamenov e i suoi "fantasmi dell'Opera" mascherati di bianco. E' un'esplosione per i fans serbi che si scatenano, mentre i ballerini cambiano in vestiti bianchi in esplosioni di colore e Bojana esegue senza pecche la sua "Beauty never lies". Attenti alla Serbia, potrebbe essere una vera sorpresa.

Palco color bronzo per la Norvegia. Mørland e Debrah cantano con voce quasi rotta dall'emozione, con meno distacco del solito, ma "A monster like me" rimane un pezzo rimane di altissima classe. Le movenze sono minimaliste, ma l'esplosione finale è potente. La semplicità della messa in scena gioverà, oppure i fans rimpiangeranno la tavola imbandita del video?

Arriviamo alla favoritissima Svezia e agli "Heroes" di Måns Zelmerlöw. La performance è televisivamente perfetta, con  Måns che interagisce alla perfezione con i disegni animati, e uno stacco da lontano sul ritornello. Bello e grintoso, ci fa ballare con un pezzo di livello.

Se, dopo tanto ballare, abbiamo bisogno di riposarci, ecco che viene in nostro aiuto il cipriota Yiannis Karayiannis. Inizia la sua "One thing I should have done" in bianco e nero, vestito con un classico completo giacca e cravatta, fermo davanti al microfono. Nella seconda strofa viene introdotto il colore, ma l'impostazione resta la stessa. Il canto è dolce e accattivante, e lascia trasparire tutto il sentimento delle parole.

Ed eccoci finalmente al debutto dell'Australia. Resterà una "toccata e fuga"? Solo il tempo potrà dirlo. Intanto scateniamoci con Guy Sebastian e "Tonight again". Con la giacca e il borsalino ricorda il vecchio vaudeville, ma il ritmo è ben altro. La sala stampa si alza e balla, ammirando il dinamico sfondo che ricorda una metropoli del nuovo continente. Temibile concorrente!

Si balla con altro ritmo con il Belgio: Loïc Nottet ha davvero il "Rhytm inside". Bianco e nero, ritmo sincopato, grande classe. La strofa è un poco "trattenuta" per dare più forza al ritornello assolutamente irresistibile, che non lascia nessuno seduto. Coreografia studiata al centimetro, probabile candidato per un piazzamento molto alto.

E' il turno dei padroni di casa, gli austriaci The Makemakes con "I am yours". Si tratta di tutt'altro genere, un gruppo rock con notevoli influenze anni 60-70, lo staging non può quindi che essere estremamente semplice, basato solo su luci azzurre e bianche. L'atmosfera diventa più da concerto che da gara, estremamente rilassata ma coinvolgente. Per dare il tocco più rock, dal pianoforte escono fiamme. Una gag non nuovissima, ma sempre d'effetto.

E' il momento di scatenarsi, per i greci, anche se la loro canzone è una ballata alla Céline Dion. Maria Elena Kyriakou e la sua "One last breath" forniscono la classica canzone che all'Eurovision Song Contest non deve mai mancare. Pianoforte, emozioni in crescendo e la storia di un amore finito, cantata con ottima voce.

Se parliamo di ballate, però, Željko Joksimović non è secondo a nessuno: ed è lui che ha scritto "Adio" per Knez. Il Montenegro può esserne orgoglioso. Impostazione visiva alla Željko con cinque coristi/musicisti, sfondo in blu, semplicità e spazio al bellissimo brano. La voce di Knez è suggestiva e suadente. E dire che a prima vista sembrerebbe un rapper!

Arriva Ann Sophie, per la Germania. Sarà anche stata la seconda scelta, ma si è rivelata ottima, visto che la sua "Black smoke" sta entrando in testa a tutti, con il suo ritmo quasi ossessivo e il ritornello urlato. La messa in scena ricorda quasi un film di James Bond, con la cantante provocante in tuta nera con profondo scollo posteriore. Ci si può aspettare un buon piazzamento.

Dolce, suadente "In the name of love" di  Monika Kuczyńska. Tristissima la sua storia e tristissimo vedere sui maxischermi le sue immagini prima dell'incidente, ma la canzone dà speranza. La voce di Monika ha guadagnato sicurezza, e accarezza la musica gentilmente.

Ecco la Lettonia, Aminata e il suo vestitone rosso che, probabilmente, rimarrà nella storia del concorso. A quest'ora della sera il suo pezzo ci giunge gradito, perché abbiamo tutti bisogno di una "Love injection". Proiezioni che ricordano una cattedrale fanno da sfondo alla sua voce, che parte come un filo e diventa potente nel ritornello. Un pezzo come questo è una mina vagante, una variabile impazzita che può fermarsi ovunque.

Entusiasmo rumeno per i Voltaj e la loro "De la capat". Circondati da valigie e immagini in bianco e nero che "raccontano" il significato della loro canzone, i Voltaj cantano come non hanno mai fatto prima, mettendoci davvero tutta l'anima e rasentando la perfezione. Si percepisce che vogliono portare il loro messaggio più lontano possibile. Ma chissà che, così, non volendo, non raggiungano anche un'alta posizione!

All'alba non manca molto: all'"Amanecer" di Edurne siamo già arrivati. L'inizio stile "Pietà di Michelangelo" può sollevare perplessità; in ogni caso il brano è d'effetto e la messa in scena in puro stile eurovisivo, anche se sembra che la voce, stasera, sia un poco trattenuta. Esplosione al momento dell'entrata in azione di Giuseppe, il ballerino italiano che la accompagna.

E' il momento in cui l'ungherese Boggie fa il suo appello contro le guerre inutili, "Wars for nothing". Ambiente bucolico, poco movimento, tanta dolcezza e una buona armonia delle voci. Un pezzo che potrebbe, per alcuni, risultare soporifero, ma per altri essere perfino vincente.

Ecco la "Warrior" che ha vinto il combattimento a distanza, Nina Sublati per la Georgia. Un po' Morticia, un po' Anna Oxa dei tempi migliori, con l'aggiunta di piume alla Dana International, interpreta come al solito bene il suo pezzo, rabbioso nella strofa e arioso nel ritornello. Attenzione alla guerriera!

Dopo una guerriera, un lupo dall'Azerbaijan. Elnur Huseynov usa una messa in scena tipicamente azera, con ballerino e ballerina. Stavolta l'ambientazione è un bosco di notte, e i ballerini sembrano rappresentare due lupi bianchi. Il pezzo è comunque uno dei più suggestivi in concorso, e la voce di Elnur, sebbene più moderata rispetto ai virtuosismi del 2008, semplicemente non entra in discussione.

Adesso bisogna fare veramente attenzione, perché entra in scena la favoritissima Polina Gagarina per la Russia. "A million voices" è classica e senza particolare originalità, ma la voce è ottima, e l'aria da Marylin in erba di Polina incanta. Il vestito illuminato dall'interno è un poco un retaggio di certi Eurovision precedenti (Moldavia e Romania 2013), ma lo spettacolo piace sempre. 

E adesso, Italia, apri gli occhi e le orecchie. Intanto c'è la vincitrice di "The Voice of Italy" Elhaida Dani, che stavolta, però, rappresenta l'Albania con "I'm alive". Il palco è un semplice gioco di luce, ed Elhaida è elegantissima in nero, con gonna lunga e ampia e profonda scollatura. La canzone non è di facile ascolto, ma la voce è straordinaria, con un acuto che spacca.

Ultimi a esibirsi, i nostri ragazzi de "Il Volo", ma penso che, specialmente quest'anno, siamo troppo di parte per poterne parlare con serenità. Lasciamo quindi che siano le note e le immagini a parlare a giurie e televoto, e attendiamo il risultato finale!   

Lui è il futuro di OGAE Italy!



E' un record: il più giovane iscritto a OGAE Italy e anche a OGAE International ha solo otto mesi! Si chiama Alessio Picciolo, ed è il primo figlio dei nostri iscritti Fabrizio Picciolo e Paola Ancora.

I genitori hanno chiesto espressamente che il loro bambino fosse iscritto a OGAE Italy, un modo per tramandare una tradizione di famiglia. Non solo: quest'anno Alessio è anche il più giovane spettatore a vedere l'Eurovision Song Contest dal vivo. Chissà per chi farà il tifo stasera?

Intanto abbiamo registrato il video della consegna ufficiale della tessera al nostro giovanissimo fan. Cento di questi Eurovision!

Triplo compleanno in sala stampa!



Festeggiamenti per OGAE Italy nella sala stampa di Vienna: proprio oggi, il giorno della finale, ben tre degli iscritti presenti nella capitale austriaca festeggiano il loro compleanno. Si tratta dell'addetto stampa Michele Lupetti, di Barbara Felloni e di Antonio Restuccia.

A ciascuno dei tre festeggiati è stata offerta una fetta di Sachertorte e una Armdudler, la bevanda tipica austriaca somigliante a una spuma bionda. Ovviamente, con sottofondo di canzoncina tradizionale!

Ci saranno altri festeggiamenti, questa sera? Chissà! Intanto auguri ai tre festeggiati! E, se tre è il numero perfetto...

Intervista a Vincenzo Cantiello



Stasera si esibirà nell'interval act, lo abbiamo incontrato al press center in attesa delle prove, è Vincenzo Cantiello, il vincitore del Junior Eurovision 2014.

Ecco l'intervista che ci ha rilasciato.





Nina Sublati, una guerriera in finale



Anche lei è una guerriera, e Martedì scorso è stata promossa alla finale dell'Eurovision Song Contest. Nina Sublati canta per la Georgia, e spera di portare a casa un ottimo risultato per il suo Paese.


L'abbiamo incontrata in sala stampa e abbiamo scambiato due parole con lei. Ci ha colpiti per il rossetto incredibile e per la bellezza dark, ma anche per la gentilezza in contrasto con il suo personaggio. Eccovi la nostra intervista.


Intervista ad Anne-Marie David


Altra graditissima ospite della festa di OGAE International è stata Anne-Marie David, vincitrice nel 1973 con "Tu te reconnaîtras" e al terzo posto nel 1979 con "Je suis l'enfant soleil". Anne-Marie, oltre alle sue due canzoni eurovisive, ci ha regalato una versione francese di "Algo pequeñito" di Daniel Diges, intitolata "Adieu pequeñito", scherzando sul fatto che, trattandosi di un valzer, è una canzone più francese che spagnola. Ricordando il fatto che viene dal musical, ha eseguito anche "Don't cry for me Argentina", da "Evita".



Dopo questo nutrito concerto, anche per lei c'è stato un bagno di folla. Noi abbiamo registrato per voi questa intervista in italiano. Anne-Marie David adora il nostro Paese: magari la vedremo presto!

Intervista con Jacqueline Boyer



Mercoledì era è stata fra gli ospiti della festa di OGAE International all'Euro Fan Café: Jacqueline Boyer, vincitrice nel 1960 con "Tom Pillibi", ha regalato ai fans il suo successo eurovisivo e alcuni altri brani.

Dopo la sua esibizione, una fila di appassionati ha atteso pazientemente una foto o un autografo. Noi l'abbiamo "catturata" per una breve intervista e un saluto per OGAE Italy. A voi una protagonista della storia eurovisiva!

Un doodle per l'Eurovision Song Contest!


Signori, siamo ufficialmente arrivati al giorno della finale del sessantesimo Eurovision Song Contest! E quest'anno anche Google, sempre attento alla notizia o all'anniversario del giorno, ha voluto dedicare il proprio doodle proprio all'Eurovision!

Tutti coloro che oggi si collegheranno a www.google.com si troveranno davanti all'immagine che vedete qua sopra. Passando il puntatore del mouse sull'immagine stessa, apparirà la scritta "60 Jahre Eurovision Song Contest". Non solo: è stato pubblicato su YouTube anche un video esplicativo, che vi mostriamo.

Grazie Google!



venerdì 22 maggio 2015

Alla Haus der Musik una piccola mostra eurovisiva




E' solo una stanza, ma è molto simpatica e interessante la mostra eurovisiva organizzata alla Haus der Musik, riguardante tutte le entries austriache della storia dell'Eurovision Song Contest. Due semplici tabelloni con foto e didascalie, ma con in più la possibilità, tramite due cuffie e un tabellone interattivo, di ascoltare tutte le canzoni presentate dall'Austria all'Eurovision Song Contest.

Peraltro, la Haus der Musik è un museo quasi completamente interattivo, che non solo ripercorre la storia della musica austriaca, ma stimola anche l'interesse per la musica in generale attraverso una serie di attività, come dirigere virtualmente i Wiener Philarmoniker o comporre una breve musica con alcuni lanci di dadi. Scale fatte con tasti di pianoforte, punti di ascolto di ogni suono immaginabile, il tutto pensato per avvicinare le persone a quella meravigliosa espressione di vita che è la musica.

Insomma, quello che fa l'Eurovision Song Contest, no?

Il Volo canterà per ultimo in finale



Svelato l'ordine di esibizione di sabato. Dopo le ultime estrazioni effettuate nella conferenza stampa di stasera, l'EBU ha annunciato che ad aprire la finale sarà la Slovenia e a chiuderla sarà proprio "Grande amore" de Il Volo per l'Italia.

Ecco l'elenco completo:

  1. Slovenia
  2. Francia
  3. Israele
  4. Estonia
  5. Regno Unito
  6. Armenia
  7. Lituania
  8. Serbia
  9. Norvegia
  10. Svezia
  11. Cipro
  12. Australia
  13. Belgio
  14. Austria
  15. Grecia
  16. Montenegro
  17. Germania
  18. Polonia
  19. Lettonia
  20. Romania
  21. Spagna
  22. Ungheria
  23. Georgia
  24. Azerbaigian
  25. Russia
  26. Albania
  27. Italia
Per il numero 27 si tratta di una prima assoluta visto che non si era mai raggiunto questo record di partecipazioni in una finale.

L'Italia non si esibiva per ultima dal 1991 a Roma, quando Peppino di Capri cantò "Comme è ddoce 'o mare".

La conferenza dei vincitori di stasera



Archiviata anche la seconda semifinale, raccogliamo la soddisfazione dei dieci paesi passati alla finale di sabato.

Il primo è la Lituania, Monika e Vaidas, sono entusiasti, chiedono loro del bacio che si scambiano sul palcoscenico e rispondono che è un messaggio sociale per tutta l'Europa.

Molto toccante ascoltare la soddisfazione di Monika Kuszynska per la Polonia, che dice di sentirsi già vincitrice perché ha ritrovato la sua vita. Le chiedono se l'incidente che la costringe su una sedia a rotelle l'abbia resa migliore come artista e lei risponde che sicuramente l'ha resa più profonda perché ora ha un messaggio da dare: guardare sempre il lato positivo delle cose.

Gli sloveni Maraaya sperano di continuare a emozionare anche in finale, e a chi chiede se l'esibizione di Marjetka fosse troppo statica, lei risponde di essersi sentita perfettamente a suo agio.

A Mans Zermerlow,grande favorito per la vittoria finale, viene proprio chiesto quali sono gli ultimi ostacoli da affrontare per arrivare alla vittoria e lui diplomaticamente risponde che quest'anno ci sono molte belle canzoni e tutte sono ancora in gioco. Poi per la sue "Heroes" si parla di possibile plagio di "Lovers on the sun" di David Guetta, ma lui ribatte che è solo una somiglianza.

La Norvegia convince tutti con "A monster like me", e la nostra presidente chiede a Morland, che ne è anche l'autore, di spiegare il passaggio del testo in cui si parla di un terribile segreto: quale orribile colpa può far diventare un uomo un mostro? Lui risponde semplicemente che il testo invita ad accettare le persone senza guardare il loro passato.

Grande gioia anche per il Montenegro, che passa per il secondo anno consecutivo in finale. Knez dedica la performance a suo padre scomparso, dice di non essersi mai sentito meglio e che ha sentito il padre al suo fianco.

Cipro è una delle sosprese di questa sera, John manda un messaggio ai ciprioti che l'hanno votato in Australia e in Europa. Poi su quale delle canzoni eliminate avrebbe voluto vedere in finale non ha saputo rispondere, perché gli dispiace per tutti.

A Elnur viene chiesto di esprimere le proprie sensazioni cantando ma preferisce rispamiare la voce, ringraziando tutti quelli che l'hanno supportato.

Aminata ha risportato la Lettonia in finale dopo sette anni, le chiedono se il suo primo album rispecchia lo stile di "Love injected" ma lei dichiara che nell'album c'è un po' di tutto. Ha sentito una grande energia dal pubblico. 

Vero tripudio per Israele, Nadav Guedj è molto felice e ringrazia tutto il gruppo. Alla domanda se la sua canzone illuminerà i cuori dell'Europa lui non può che rispondere di sperarlo.









Colori e luci della seconda semifinale



Anche la seconda semifinale dell'Eurovision Song Contest, conclusasi qualche ora fa, ha riservato qualche sorpresa positiva, così come altre negative. Si è trattato comunque di una serata, come la prima, svelta e dinamica, e che non ha risparmiato emozioni, entusiasmo e divertimento.

Dopo le formalità iniziali di rito, i primi a cantare sono stati i lituani Monica e Vaidas. La canzone è leggerina e orecchiabile, ma è stata sostenuta da un'interpretazione dinamica e frizzante, e sicuramente sospinta dal bacio che i due, come anche i coristi, si sono scambiati a metà canzone, con uno stop di tempo e musica. In finale.

Esibizione numero due, sfortunata come da copione, per l'Irlanda. Non ci sono particolari motivi: Molly Sterling è stata ottima, e la presentazione semplice e adatta alla canzone. Probabilmente solo casualità o sfortuna, se non ha raggiunto la finale.

Nota dolente, per noi, il mancato passaggio in finale di San Marino. I ragazzi hanno cantato bene, la messa in scena è stata ottima, molto suggestivo il momento in cui danno le spalle al pubblico, offrendo alla telecamera lo spettacolo dei cellulari illuminati. Se avessimo dovuto credere all'ovazione dell'arena, Anita e Michele sarebbero passati in finale senza colpo ferire.

Successo, invece, per il Montenegro, che ha raggiunto la finale per il secondo anno consecutivo. Knez ha eseguito con maestria e trasporto la splendida ballata di Zeljko, incantando pubblico, giurie e televoto. Una finale meritatissima.

Nella lotta fra guerriere, purtroppo, Amber ha dovuto soccombere. La dolcissima maltese, malgrado la grinta e la solarità messa nella sua interpretazione, non ha raggiunto la finale, con grande delusione dei fans. Ma una vera guerriera sa superare anche questi momenti.

Poca fortuna anche per Leonor Andrade: il suo midtempo non è servito a portare il Portogallo in finale, malgrado fosse uno dei brani che si staccavano dal resto anche solo per il fatto di essere cantato in lingua originale. La bella e decisa Leonor torna quindi a casa, e Lisbona si allontana almeno di un altro anno.

Avevamo sperato che questa semifinale segnasse finalmente il primo passaggio in finale della Repubblica Ceca. Marta e Vaclav avevano tutte le carte in regola: ballata e interpretazione potenti e passionali, colpo di scena finale con Marta che si sfila le scarpe e le lancia verso il retro del palco. Invece, tutto questo non basta a promuoverli.

Ha invece centrato il bersaglio l'esibizione israeliana. Nadav Guedj, con la spensieratezza dei suoi sedici anni, è un vero "Golden Boy" che infiamma e fa ballare tutta l'arena. Il ritmo è trascinante, il sound è tipicamente mediorientale e gli si perdona anche l'uso dell'inglese. Notevoli le scarpe dorate, che sottolineano la canzone.

La lettone Aminata, con la sua voce strepitosa e la sua canzone rarefatta, si è presentata fasciata in un fantastico abito rosso che, verso il basso, esplodeva in una gonna larghissima. Ferma davanti al microfono come il vestito richiedeva, ha trasmesso al pubblico le sue vibrazioni e ha raggiunto la finale.

Bosco di notte e due ballerini per Elnur e la sua "ora del lupo". Già rappresentante dell'Azerbaijan al suo debutto, ha imparato a dosare la voce e a cantare su di un tono più pop per un brano più sfumato e suggestivo. Impossibile mancare la finale!

Graziosa la performance di Maria Olafs, con una canzone pop piuttosto innocua. Malgrado la sua freschezza, il suo brio e la presenza di Hera Bjork tra le coriste, l'islandese non ha convinto, e per lei le porte della finale sono rimaste chiuse.

Spalancate, invece, per Måns Zelmerlöw, che ha portato i suoi pupazzetti virtuali direttamente alla serata di Sabato. La Svezia ha mancato la finale una sola volta nella sua carriera eurovisiva, e non poteva certamente farlo con una delle canzoni date come superfavorite.

Mélanie René, che ha rappresentato la Svizzera, non può rimproverarsi niente: voce e interpretazione non hanno avuto pecche. Se non è stata promossa alla finale, sarà forse colpa del titolo troppo inflazionato: lanciamo un appello agli autori affinché soprassiedano dall'utilizzare ulteriormente la parola "shine" nei loro testi, e soprattutto nei titoli.

Una bella sorpresa è stato invece il passaggio in finale di Cipro. La dolce, semplice, delicata ballata di Yiannis Karayiannis, la cui regia passa dal bianco e nero al colore, ha dimostrato che non c'è bisogno di fuochi d'artificio per avere successo e per entrare nel cuore degli spettatori.

Inevitabile il passaggio in finale della Slovenia, data come favorita. Ottima interpretazione di Marjetka, con Raay alla tastiera e le immancabili cuffie in testa. Curiosa la suonatrice di "air violin" che ha arricchito la presentazione.

Ultima a esibirsi la Polonia, con Monica Kuszynska che ha scelto di portare in scena la sua carrozzina, anche se parzialmente nascosta dai veli del vestito. In televisione non si è visto, ma in arena alcuni schermi riproponevano delle immagini di gioventù della cantante, prima del terribile incidente. Il messaggio che si voleva lanciare è chiaro, anche se non abbiamo potuto evitare un sentimento di grande tristezza. La raffinata ballata, comunque, ha ben meritato la finale.

Confermata la mancanza di interval act, sostituiti ancora una volta da due filmati: uno sempre sui personaggi famosi dell'Austria, l'altro sulle gaffes successe negli anni durante le votazioni eurovisive.

Abbiamo quindi i nomi di tutti i Paesi promossi in finale. E Sabato si fa sul serio!

giovedì 21 maggio 2015

Eurovision Village: Il Volo allontana la pioggia!



Non era partito sotto i migliori auspici, l'evento delle "Big 5" (quest'anno "Big 6") di ieri pomeriggio all'Eurovision Village: dalla fine della mattinata, una pioggia fastidiosa e insistente aveva disturbato viennesi ed eurofans, costringendo tutti quelli che non avessero trovato posto nelle tribune coperte a usufruire degli impermeabili usa e getta gentilmente offerti dall'ORF.

Malgrado la situazione piuttosto umida, lo spettacolo è iniziato puntualmente. Dopo l'apertura con l'esibizione di una scuola di flamenco, sul palco è salito Guy Sebastian con i coristi e gli strumentisti che lo accompagnano. Guy, sprezzante della pioggia comunque ancora moderata, ha eseguito una versione di "Tonight again", oltre ad altre tre canzoni del suo repertorio. 



Dopo questa esibizione, il doveroso omaggio a Udo Jürgens, con un filmato commemorativo e con i ricordi di chi ha diviso con lui tanti anni di lavoro e successi. In bella mostra anche i numerosi riconoscimenti vinti durante la sua carriera.

Quando è uscita sul palco Lisa Angell la pioggia era ormai scrosciante, ma lei non se n'è curata più di tanto. Ha iniziato la sua prima esibizione, un medley fra "Poupée de cire, poupée de son" e "Ne partez pas sans moi" sotto le gocce incessanti, fino a che un gentile inserviente non è arrivato a tenerle un ombrello sulla testa. Secondo pezzo "The greatest love of all", per finire con "N'oubliez pas". Esibizione tecnicamente perfetta e con molto pathos, acclamata dal pubblico.




Anche gli Electro Velvet hanno dovuto cantare e ballare sotto la pioggia, insieme ai loro ballerini. Graziosi e spiritosi nella loro "Still in love with you", ancora più swinganti in un classico, "The lady is a tramp", a completamento del personaggio.




Ann Sophie, invece, non ha partecipato, lasciando al suo preview video il compito di ricordare la sua canzone al pubblico. Sembra che la cantante sia malata, cosa comune a molti in questa settimana a Vienna, e sicuramente una performance al vento freddo e alla pioggia non avrebbe oltremodo giovato alla sua voce, compromettendo, forse, la partecipazione di Sabato.

Questo è anche il motivo per il quale i ragazzi de Il Volo hanno eseguito solo "Grande amore". Vogliono, giustamente, risparmiare la voce. Non avrebbero, però, dovuto preoccuparsi per la pioggia, visto che è bastata la loro apparizione a farla smettere quasi definitivamente. Come al solito, la loro esibizione ha ricevuto un'ovazione da parte del pubblico presente.



Ultima a cantare Edurne, che si è presentata con le spalle coperte ma con un generoso spacco, e che si è unita alla scuola di coloro che hanno preferito risparmiarsi, eseguendo solo la sua "Amanecer". E' bastata, comunque, per ricevere l'accoglienza entusiasta dal pubblico presente e soprattutto dagli spagnoli, che, sappiamo, possono essere inarrivabili in quanto a sostegno del proprio rappresentante. Che comunque, in questo caso, merita. 
    

mercoledì 20 maggio 2015

Il Volo, seconda prova e seconda conferenza stampa



Secondo set di prove, questa mattina, per Il Volo. Grande interesse, come sempre, da parte della stampa, che ha gremito il parterre dell'Arena.

Rispetto alla prima prova, lo sfondo è stato alleggerito togliendo qualche elemento architettonico. Vengono inoltre provati dei giochi di colore diversi. I ragazzi cantano come sempre senza pecche, ma, saggiamente, risparmiano ancora la voce per l'esibizione più importante.

A seguire, è iniziata la conferenza stampa. Prima dell'ingresso della delegazione, è stata mostrata la nostra cartolina, che ci è apparsa molto più interessante e divertente di quanto non sembrasse dal poco che era trapelato finora. I ragazzi vengono coinvolti in una partita di basket con una squadra di giovani con disabilità. Una volta entrati, hanno raccontato di avere passato solo due ore a Vienna per girarla, e di essersi divertiti moltissimo, tanto che domani passeranno a salutare i ragazzi. Hanno anche sottolineato che si tratta di un grande esempio per tutti coloro che non si arrendono e che affrontano la vita con grinta.

Riguardo alle prove, hanno commentato che ci stanno ancora lavorando, come è normale che sia. Sono abbastanza stanchi, comprensibilmente, ma anche contenti di come tutto sta andando.

E' arrivata poi l'estrazione della collocazione in finale: Gianluca, supportato dagli altri, ha avuto una fortuna sfacciata, estraendo uno dei pochissimi "Second half" ancora rimasti dopo le estrazioni di ieri sera. Si è detto "felice come quando mangia Nutella". Nell'euforia, Ignazio ha anche salutato da lontano l'ormai celebre "Céline Dion", la moderatrice della prima conferenza.




Sono iniziate poi le domande dei giornalisti. OGAE Italy, partendo dalle fantastiche scarpe verdi e nere indossate ieri da Piero, ha chiesto se, fra di loro, si diano consigli e si critichino, non solo sul look. I ragazzi hanno risposto che, naturalmente, fra di loro si parlano e si confrontano, perché un gruppo non può essere una realtà in cui ognuno pensa per se, ma deve comportare uno scambio di idee.

E' stato poi sottolineato che gli italiani hanno la fama di spezzacuori ma anche di mammoni. Ignazio ha commentato che bisognerebbe chiedere a sua madre, mentre Gianluca ha detto che, quando sei via da casa per sei mesi, la famiglia ti manca certamente. Ancora Ignazio ha fatto notare che tutti i teenager hanno conflitti con i genitori, ma che poi, quando si è obbligati ad allontanarsi da casa, si capisce quanto la famiglia sia importante e quanto sostegno possa dare.

Da Malta è arrivata la domanda sulle differenze fra Sanremo, con l'orchestra, e l'Eurovision Song Contest, su base. Piero è stato d'accordo nel dire che, per il loro genere musicale, l'orchestra è molto più adeguata, ma il palco e l'allestimento che si possono trovare all'Eurovision sono sicuramente molto coinvolgenti ed emozionanti, quindi ciascuna delle due esperienze ha portato loro qualcosa.

Non poteva mancare una domanda riguardante la loro esperienza con Barbra Streisand. Hanno saputo della mail del management di Barbra dopo una conferenza stampa, e ne sono stati sorpresi e felici. La prima volta che hanno cantato con lei, a Filadelfia, era il 4 Ottobre, il giorno del compleanno di Ignazio. Di lei pensano che sia una persona che fa tutto in modo perfetto, e per loro è stata una grande scuola, ha dato loro molti consigli.

Gianluca ha poi ricordato, per chiudere la conferenza, che loro hanno pubblicato il primo album quattro anni fa, e hanno lavorato per molto tempo in America del Nord e del Sud prima di arrivare in Europa. Bisogna anche sottolineare che è la prima volta che tre giovani cantano questo tipo di musica, e sicuramente anche per l'Eurovision Song Contest.

Alla fine, l'usuale calca di fotografi ha reso difficilissimo anche un semplice selfie con i ragazzi. Se si parla di interesse e popolarità, il nostro Eurovision l'abbiamo già vinto.   

Un'intervista... al Volo!



Ragazzi, ci sono volute ore di fila, e abbiamo avuto prima di noi ben ventuno testate di vario genere, tutte ansiose di intervistare i favoriti. Ma ne è valsa la pena, e possiamo presentarvi la nostra intervista ai ragazzi del Volo.

Come potrete notare, si sono molto interessati alla fanzine di OGAE International, Eurosong News. Una curiosità: due di loro, Gianluca e Ignazio, nell'aprirla casualmente, sono capitati sulla pagina della Svezia, provocando gli scongiuri della presidente. Solo Piero ha aperto a quella della Bielorussia, che ieri sera non ha passato la semifinale. Segni del destino?

Vedremo! Intanto ecco l'intervista.

La conferenza stampa dei finalisti di stasera





La semifinale è sempre un grosso ostacolo, chi lo supera non può che esprimere gioia vera, e questa è stata la reazione dei dieci finalisti della prima semifinale.

In conferenza stampa parlano nello stesso ordine con cui sono stati annunciati: comincia Elhaida Dani, che rappresenta l'Albania ma sentiamo anche un po' "nostra". L'emozione è stata tanta, sperava nella finale ma non si sa mai cosa aspettarsi. Alla domanda sul cambio canzone da "Diell" a "I'm alive" ammette l'imbarazzo nel aver dovuto fare tutto di fretta, ma il risultato ripaga di tutto.

L'Armenia sottolinea il messaggio di "Building Bridges" in una sola canzone, visto che il gruppo Genealogy porta sul palco interpreti di origine armena dai cinque continenti: il messaggio di pace e amore è per tutti.

La Russia è una delle più applaudite, Polina Gagarina è commossa e paragona l'emozione di stasera a quella per la nascita del figlio. Le chiedono dei diritti della comunità LGBT nel suo paese e lei saggiamente risponde l'amore ha un solo linguaggio.

I Voltaj hanno un messaggio importante, quello di non lasciare i figli da soli a casa per andare a lavorare all'estero, come succede a molti in Romania, ma non solo. Alla domanda su quale artista famoso vorrebbero li chiamasse per una collaborazione, rispondono senza esitazione Bono degli U2.

Poi tocca a Boggie per l'Ungheria, il suo messaggio di pace è piaciuto, e nonostante fosse in scaletta dopo la Serbia, una delle preferite dal pubblico, ha trovato la fiducia per esprimerlo al meglio.

Maria Elena per la Grecia deve rispondere a domande sulla crisi del suo paese, questo passaggio in finale è molto importante per tutto il paese.

Gli estoni non deludone le attese, "Goodbye to yesterday" darà del filo da torcere a molte, in conferenza si parla molto del legame tra Estonia e Finlandia (invece eliminata), legame che potrebbe realizzarsi anche con un tunnel sottomarino tra Tallinn ed Hlesinki, un altro modo di interpretare il motto "Building Bridges".

Nina Sublatti, la "guerriera" georgiana sentiva tutto il paese con sé, la Georgia è un paese che da sempre deve lottare per conquistare un suo spazio.

Si arriva alla Serbia, come detto accolta da un'ovazione dal pubblico della Wiener Stadthalle ma anche dalla sala stampa, lei ringrazia. La nostra presidente domanda se Marija Serifovic, la vincitrice del 2007, presente con lei a Vienna, le abbia dato dei suggerimenti. In quel momento si sente "Sì, l'ho fatto!" e poi "Sono qui!", e Marija agita la mano salutando la nostra presidente. Bojana, poi, risponde che le ha consigliato semplicemente di essere se stessa e di divertirsi.   
 
Chiude Loic Nottet per il Belgio, anche qui il motto "Building Bridges" dà lo spunto a una domanda sui rapporti tra fiamminghi e valloni. Loic risponde che tutto il paese era con lui stasera, e l'Eurovision aiuta proprio a costruire questi "ponti".







Prima semifinale: conferme e sorprese



Si è conclusa da poco la prima semifinale dell'Eurovision Song Contest alla Stadthalle di Vienna, fra risultati attesi e inaspettati e un turbinio di note e parole. Rimarchevole la particolare celerità con la quale si è svolta la serata, in pratica priva di interval act e caratterizzata da un ritmo molto sostenuto.

L'apertura è stata ovviamente affidata a un'ottima Conchita Wurst, che, sulle note della sua "Rise like a phoenix", ha preso possesso del suo regno, in questo caso la Green Room. Dopo la sua esibizione, le tre presentatrici hanno aperto la gara in modo dinamico e senza perdersi in troppe chiacchiere.

La prima esibizione è stata quella di Eduard Romanyuta, rappresentante della Moldavia. Con l'ormai famoso look "braccato dalla polizia", Eduard si è mosso su di una struttura che ha consentito a lui e ai ballerini un'esibizione molto dinamica. Purtroppo per lui, questo non gli è valso il passaggio in finale.

Esibizione al secondo posto, ma in questo caso per niente sfortunata, per i Genealogy. La loro esibizione, come sempre molto emozionale, si è svolta in una foresta virtuale, ed è stata vocalmente impeccabile. L'Armenia, come era facilmente prevedibile, va tranquillamente in finale.

Originalissimo e decisamente staccato dal resto il belga Loïc Nottet. Un gioco di bianco e nero, mosse decise a scatti, un pezzo moderno e deciso. Aggiungete la voce di colore chiaro e preciso di  Loïc, e il risultato è semplice: Belgio in finale.

In quarta posizione l'esibizione dei Paesi Bassi. Trijntje Oosterhuis sceglie una coreografia semplice e un vestito nero, con l'unica particolarità di una veletta che viene sollevata all'inizio della canzone. Il pezzo è accattivante, ma purtroppo non basta: le speranze che gli olandesi (e non solo) avevano riposto in Ttijntje vengono deluse. Niente finale per i Paesi Bassi.

Spazio, poi, alla canzone più corta della storia dell'Eurovision Song Contest. La Finlandia, con i PKN, porta per la prima volta il punk rock su questo palcoscenico. L'esibizione è energica e scuote letteralmente l'arena, che però conferma ancora una volta di non essere un termometro affidabile: non riascolteremo la canzone Sabato prossimo.

Canta poi Maria Elena Kyriakou per la Grecia. Molto Céline Dion, presenta una ballata classica con poche sorprese ma eseguita anche con ottima voce, con pianoforte in scena. Una combinazione sempre sicura: infatti la Grecia passa in finale senza colpo ferire.

Arriviamo a una delle favorite di quest'anno, l'Estonia. Si inizia con la luce solo su di lui, con lei che esce dall'ombra solo al momento di cantare. Indubbiamente una performance che ricorda molto i Paesi Bassi dello scorso anno, ma con qualche differenza, come le inquadrature con i primi piani sfalsati e il finale con l'uscita di scena di lui, che lascia la compagna a cantare da sola sul palco. Un'idea che porterà loro punti: intanto li porta in finale.

Un letto di foglie proiettato sul palco accoglie Danijel Kajmakoski e i M.E.R.J. Il cantante si presenta in impermeabile per intonarsi alla canzone, che viene eseguita con entusiasmo e in modo coinvolgente. Un vero peccato che il televoto e le giurie non recepiscano e neghino la finale alla Macedonia.

Arriva poi l'esplosione di energia e colore della Serbia. Bojana Stamenov è accompagnata da ballerini che, dapprima vestiti di bianco come lei, al momento di scatenarsi a ritmo di dance rivelano abiti ben più variopinti. L'arena è conquistata, il pubblico a casa pure: finale.

In contrasto con la precedente esibizione, Boggie si presenta con la sua lieve filastrocca per la pace, in un'ambientazione bucolica che trasmette senso di tranquillità e riflessione. Il messaggio deve essere andato a segno, visto che l'Ungheria guadagna, a sorpresa, la finale.

Ottima esibizione anche per la Bielorussia. Uzari e Maimuna si muovono quasi in una nuvola, girandosi intorno e alternandosi. Non c'è grande spettacolo ma indubbiamente l'esecuzione è ottima. Non basta, però, per raggiungere la finale.

Scontato il passaggio in finale della Russia, con Polina Gagarina e il suo vestito bianco con gonna e strascico illuminati. La ballata è classica e sicuramente tale da soddisfare gli amanti della canzone tradizionale, la voce semplicemente non si discute.

I danesi Anti Social Media scelgono un'ambientazione anni 50-60 in tema con il genere della loro canzone, che comunque a noi sembra più Oasis che Beatles. L'insieme è coinvolgente e spensierato

Terzultima a salire sul palco, Elhaida Dani ha rappresentato l'Albania e un poco l'Italia. "I am alive" è una canzone che richiede una voce dalla grande estensione e che poche cantanti si possono permettere. La presentazione semplicissima, basata solo sulle luci, non sembra facilitare il compito di Elhaida, ma alla fine la classifica la premia con la promozione,

I Voltaj si affidano a immagini in bianco e nero tratte dal loro ormai famoso video, oltre che alla loro splendida musica e alla voce del cantante, sempre di alto livello. Musica, testo, messaggio funzionano: la Romania passa in finale, e non è un caso. E neppure solo merito degli emigrati.

Chiude la gara la Georgia di Nina Sublati. Sola sul palco (le coriste sono nascoste) esegue il suo pezzo d'effetto con il solo aiuto di un gioco di luci e di uno sfondo astratto. La formula piace, e la "dark lady" si ritrova tranquillamente in finale.

Nessun interval act, solo alcuni filmati: gli austriaci celebri, gli australiani all'Eurovision, un cane, un gatto e un cavallo a giro per Vienna. Chi legge apprezza, non essendo grande fan degli interval act, ma sono gusti personali. Anche l'annuncio dei risultati senza suspence non è risultato gradito a tutti. Ma anche queste sono opinioni. 



    

martedì 19 maggio 2015

La prima volta di Conchita


Finalmente l'attesa è finita. Oggi è stato pubblicato il primo album di Conchita Wurst dal titolo "Conchita".

Dopo la sua spettacolare vittoria all'Eurovision Song Contest 2014, ci si sarebbe subito aspettata la pubblicazione di un album per consolidare il successo ottenuto in tutto il mondo. Ma Conchita ha preferito aspettare e lavorare professionalmente alla realizzazione di un prodotto di qualità.

Il cd, pubblicato dalla Sony, contiene 12 brani fra i quali "Rise like a phoenix", canzone vincitrice dell'Eurovision 2014, "Heroes", cantata al festival di Sanremo 2015, e il nuovo singolo "You are unstoppable".

Ovviamente il cd sarà disponibile nei negozi italiani e, per il download, nei vari digital stores online nella sua versione originale e in una speciale limited edition digipack.

Di seguito il video del nuovo singolo "You are unstoppable" presentato con le parole della stessa cantante: "Questa canzone è per tutti quelli che non si arrendono. Dedico questo brano a tutti coloro che condividono l'amore e il rispetto dei loro cuori con il mondo intero".


lunedì 18 maggio 2015

Sul Red Carpet splende sempre il sole


Uno scroscio di pioggia, nel pomeriggio, ci aveva fatti seriamente preoccupare; e invece, alle sei di sera il sole splendeva alto nel cielo, pronto per illuminare la passerella dei protagonisti di questo Eurovision Song Contest.

E' stata la splendida e onnipresente Conchita Wurst ad aprire la manifestazione, arrivando su di un autobus che mostrava, sul display, la scritta "Conchita".



Conchita si è presentata con un look molto Nina Zilli, un vestito dal taglio anni 50 molto sbarazzino in contrasto con la serietà della stoffa.


Dopo di lei è iniziata la sfilata vera e propria, quella dei protagonisti di quest'anno. Ve ne proponiamo alcuni momenti particolarmente rimarchevoli o curiosi.

Iniziamo con l'olandese Trijntje Oosterhuis, che ha abbandonato velette e look da vedova nera per uno stile molto più sobrio.


Belli e sorridenti Monica e Vaidas, dalla Lituania.


Molly Saunders, rappresentante irlandese, con un rossetto molto evidente e un look aggressivo.


E' in giallo, ma resta un vero ragazzo d'oro: l'israeliano Nadav Guedj.


Saluti entusiasti a noi di OGAE Italy da parte degli armeni Genealogy, splendidi in rosso. Le ragazze sfoggiavano originali e significative borsette con cuciti sopra ritratti di antenati.



 Estonia: look anni 50 anche per Elina, mentre Stig è quantomeno originale in bluette, con un paio di sneakers fucsia che sicuramente attira l'attenzione.


Foto di gruppo con Il Volo: la delegazione italiana al gran completo, con Nicola Caligiore, Alessandro Ragni e il nostro Eddy Anselmi.


La polacca Monika Kuszynska ha sfilato con non meno eleganza dei colleghi, corteggiata da giornalisti e fotografi.


L'apparizione della spagola Edurne è stata letteralmente splendente, per la sua bellezza e per l'aura positiva che irradiava.


Tra i favoriti: gli sloveni Maraaya, con le immancabili cuffie.





Una bella immagine di Christer Björkman e Måns Zelmerlöw, il rappresentante svedese.


Allegri, scatenati, Marta e Vaclav: la loro ambizione è quella di portare la Repubblica Ceca in finale.


Lisa Angell risponde al nostro saluto in italiano e fa un in bocca al lupo a Il Volo.


Sempre dolcissima, la maltese Amber ha stirato i capelli.


Il macedone Daniel Kaimakoskij in un'estemporanea esibizione.


La greca Maria Elena Kyriakou sfila seguendo il ritmo di "Waterloo".



Elhaida vestita da principessa unisce le mani per creare il simbolo dell'Albania.



Bojana ha un'ospite prestigioso con lei, Marija Serifovic, la vincitrice per la Serbia nel 2007.


I più  giovani e i più belli sono loro: Anita e Michele.


Eduard Romanyuta si è fatto "arrestare" dalle sue coriste.


Chiudono i Voltaj con il piccolo protagonista del cortometraggio e del video.