mercoledì 6 marzo 2013

Tony Iommi: un grande nome dietro la entry armena



I grandi nomi snobbano l'ESC? Falso. Proprio in questi giorni è arrivata l'ennesima conferma del contrario. Ce la fornisce il sito ufficiale di Tony Iommi in questa pagina

Tony Iommi è lo storico chitarrista dei Black Sabbath, compagno di band del più noto Ozzy Osbourne. La sua connessione con l'ESC? E' sua la musica di "Lonely planet", la entry armena. Ecco qui di seguito quello che riporta il suo sito.

"Beh, ecco qualcosa di diverso, uno dei miei demo è stato scelto come entry armena per l'Eurovision Song Contest! E' entrata fra le finaliste e Sabato sera è stata scelta come vincitrice. Io ho scritto la musica e la band che la esegue, i Dorians, ha scritto il testo, si chiama "Lonely planet". Sono una buona band, il cantante ha un'ottima voce e il testo è in inglese. Parteciperà alla semifinale del 16 Maggio a Malmö"

Tony Iommi è molto legato all'Armenia, avendo partecipato al Rock Aid Armenia organizzato dopo il devastante terremoto del 1988. Nel 2009 ha preso parte all'Armenia Grateful 2 Rock e ha ricevuto l'Order of Honour armeno. Inoltre, i proventi delle sue canzoni "Holy water" e "Out of my mind", incise con Ian Gillian dei Deep Purple, sono stati usati per la costruzione di una scuola di musica a Gyumri.

La storia di Tony Iommi è molto particolare e vale la pena di raccontarla in breve. Iniziò a fare le sue prime esperienze musicali lavorando contemporaneamente in un'officina per la lavorazione di metalli, ma, proprio quando stava per passare al professionismo musicale, un incidente lo lasciò senza le falangi della mano destra, che, essendo mancino, usava per premere le corde. Dopo un periodo di depressione, prendendo a modello il chitarrista belga Django Reinhardt, ebbe l'idea di applicare alle dita alcune protesi realizzate da lui stesso fondendo e sagomando la plastica di alcuni tappi di flaconi di detersivo. L'accordatura di un semitono sotto il normale per rendere le corde più morbide, e gli slide particolarmente veloci che le protesi gli permettono sono diventati negli anni il suo tratto distintivo.

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