venerdì 19 febbraio 2016

Eurovision 2016: Bosnia Erzegovina con Ljubav je


Dalla Vijecnica (la sede del Comune) di Sarajevo, un posto bellissimo da cui andare in onda, arriva la canzone della Bosnia Erzegovina all'Eurovision del 2016.

In mezzo ai marmi e ai vetri colorati, come presentazione dell'evento ci sono state fatte vedere in carrellata le tappe più importanti dell'Eurovision, dalla fondazione nel 1956, passando per la prima partecipazione della Jugoslavia nel 1961 con Lilijana Petrovic, che cantò Neke davne zvezde (Alcune stelle distanti), alla vittoria degli Abba, di Johnny Logan (la seconda), quella di Celine Dion nel 1988, la prima della Jugoslavia nel 1989 e la nostra, quella di Toto Cutugno del 1990, fino all'ultimo vincitore, Mans Zelmerlow.
E poi una carrellata delle partecipazioni della Bosnia Erzegovina, partendo dalla prima, i Fazla con Sva bol svijeta (Tutto il dolore del mondo), durante la Guerra dei Balcani nel 1993, fino alle più recenti e fortunate come Hari Mata Hari (Lejla - 2006) e Dino Merlin (Love in rewind - 2011).
Poi sono andate in onda interviste fatte ai cantanti, al produttore e agli autori della canzone.
Per l'occasione è stata ricostituita la prima boy band di Deen (nome d'arte di Fuad Backovic), i Seven Up, che hanno cantato Kad ti cujem glas (Quando ascolti la tua voce).
Poi si è esibita Ana Rucner, suonando un violoncello elettronico.
Poi si è passati agli ospiti della serata. Dall'intramontabile Molitva, cantata in diretta da Marija Serifovic, a Croazia 2012 - Nebo (Cielo), cantato da Nina Badric, alla nostra amica Maya Sar (nostra ospite al meeting di Mantova 2014), che ha cantato Korake ti znam (I passi che fai).
E, finalmente, Ljubav je (L'amore è), una collaborazione a quattro. Tamburi in lontananza e Ana Rucner comincia a suonare il violoncello, i tamburi diventano una batteria e Deen e Dalal cantano la prima strofa a botta e risposta, primo ritornello che riprende l'introduzione di Ana, poi di nuovo Deen e Dalal e infine un assolo di Ana Rucner, in dialogo con Jala, che porta un inserto di rap.
Un saluto in bosniaco da Mans Zelmerlow, e riparte la canzone. Eccola:


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