lunedì 2 marzo 2015

Dal nostro inviato: Marco ci racconta la finale slovena!


«Questa canzone non ha bisogno di circo»: ha le idee chiare Marjetka Vovk, voce del progetto Maraaya a cui ha dato vita un anno fa insieme al marito, il produttore e autore Raay. La dichiarazione, arrivata a caldo pochi minuti dopo il trionfo a Ema, lascia intuire che l’intenzione sia quella di non creare coreografie particolarmente elaborate in vista di Vienna, puntando tutto sull’originalità (almeno per i palchi eurovisivi) di Here For You, un moderno brano pop con elementi soul.


Il suo era il pezzo più atteso della serata, sostenuto in rete da gran parte degli eurofans e in patria dalla spinta propulsiva guadagnata con Lovin’ Me, fortunato debutto pubblicato nei mesi scorsi dall’etichetta italiana Danceandlove, con cui usciranno anche il nuovo singolo e il primo EP. I risultati finali non hanno smentito i pronostici, ma la superfinale si è rivelata più ardua del previsto: 7.311 televoti per Maraaya, 5.449 per Rudi Bučar e la sua Šaltinka.



In generale, RTV può davvero festeggiare la ventesima edizione di EMA: nonostante le ristrettezze economiche, la scelta degli ultimi due anni di puntare più sulla qualità che sulla quantità ha attirato nomi di primo piano della scena musicale con un’ampia panoramica di generi musicali. Otto i brani in gara, tutti molto diversi tra loro, dal rock degli I.C.E. al folk di Rudi Bučar fino alla potente ballata di Martina Majerle. Oltre a Rudi - che arrivava sull’onda delle vittorie a Melodije Morja in Sonca e a Slovenska Popevka - gli avversari più temibili per Maraaya, almeno sulla carta, sembravano essere Alya - popstar assoluta, alla sesta presenza a EMA, questa volta in duetto con Neno Belan, una delle voci più note della Dalmazia - e Jana Šušteršič, fresca vincitrice di “Slovenija ima talent”.






Ma la formula particolare che, come nel 2011, ha lasciato nelle mani di una minigiuria tutta femminile la scelta dei due brani da sottoporre al giudizio del pubblico, non ha consentito di misurare il gradimento al televoto di tutti gli artisti in gara. Alla fine, però, tutti apparivano soddisfatti: per Jana, così come per gli I.C.E., per Tim Kores e per Clemens, si è trattato di un grande trampolino di lancio per proporsi al pubblico, mentre Rudi, Alya e Martina hanno posto un nuovo tassello delle rispettive carriere: in un Paese piccolo come la Slovenia, alle prese con una drastica diminuzione del numero di cd pubblicati e in cui vivere solo facendo musica è quasi impossibile, l’opportunità di utilizzare una vetrina come EMA è già una vittoria, soprattutto considerando che i brani candidati a partecipare erano stati ben 145.



La serata è stata piacevole anche al di là delle canzoni in gara: ad affiancare il simpatico presentatore Nejc Šmit sono state Darja Švajger, Maja Keuc e Tinkara Kovač, nelle triple vesti di co-conduttrici, giurate e (naturalmente!) cantanti. Se l’apertura è stata dedicata all’intramontabile Dan ljubezni eseguita insieme, l’attesa dei risultati è stata allietata dalle tre protagoniste della Slovenia eurovisiva tra l’entusiasmo del pubblico: prima Tinkara con Round And Round, poi Maja con una splendida interpretazione di Euphoria, Darja che ha omaggiato la vittoria di Conchita con una sua intensa versione di Rise Like A Phoenix, infine di nuovo Tinkara che ha proposto il suo nuovo singolo tutto in italiano, Cuori d’ossigeno, un ritorno all’amato rock dopo la felice parentesi eurovisiva, scritto insieme a Bungaro e ad Alberto Zeppieri.



Come sempre, EMA è anche l’occasione di vivere un’esperienza speciale in cui, una volta terminato lo show, si respira un’atmosfera distesa, di allegria e condivisione. Tutti i cantanti restano a chiacchierare a lungo tra loro e con i presenti, che si tratti di giornalisti, fans o spettatori.
Adesso non resta che attendere la versione definitiva di Here For You, che non dovrebbe subire cambiamenti significativi rispetto a quella presentata sabato. Per Raay la scommessa è rischiosa, perché in Slovenia tutti confidano di poter accedere alla finale per il secondo anno consecutivo, un’impresa mai riuscita dall’introduzione delle semifinali nel 2004. Ma le premesse per centrare l’obiettivo sembrano esserci tutte.

Marco Mosca
Con la collaborazione di Yoel Naori.
Un ringraziamento particolare a Miran Cvetko, presidente di Ogae Slovenija.




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