mercoledì 27 novembre 2013

Eddy Anselmi, prima volta al JESC con San Marino



OGAE Italy: Ciao Eddy, per noi è veramente curioso intervistare una persona che conosciamo ormai da anni e con la quale abbiamo condiviso vari momenti importanti a livello di OGAE e di ESC, e della quale abbiamo una grandissima stima sia dal punto di vista umano che professionale. Grazie per tutto il tempo e la passione che dedichi al nostro club, oltre che per questa intervista.
Iniziamo dalle tue esperienze quale membro delle delegazioni eurofestivaliere dapprima sammarinese (con Senit) e poi italiana (con Nina Zilli e con Marco Mengoni). Sono sicura che sono state entrambe appassionanti ed estremamente positive, ma ci sono, fra le due delegazioni, delle differenze nell’approccio all’ESC, nel modo di lavorare, nel modo di affrontare la gara?

Eddy Anselmi: La differenza più grande  tra Italia e San Marino è negli obiettivi e nel calendario del concorso. Affrontare le Semifinali significa arrivare nella città ospitante una settimana prima rispetto a chi, da «big 5» è qualificato di diritto. Essere già in finale rende tutto molto più tranquillo. Una cosa in comune c’è, stata: l’estrema e assoluta positività, in termini umani, e serietà professionale degli artisti in concorso per le delegazioni di cui ho fatto parte.

OGAE Italy: Adesso sei a Kiev, insieme alla delegazione sammarinese al Junior Eurovision. Che cosa ti aspetti da questa esperienza? Quali pensi che saranno i punti di contatto e le differenze con l’ESC?

Eddy Anselmi: L’atmosfera dello JESC è la stessa Eurovisiva, solo in scala ridotta. In più, ci sono tutte le accortezze dovute al fatto che si tratta di una competizione tra under 16. Ci sono le serate all’Euroclub, per esempio, ma terminano alle 22  e non si servono alcolici. In più, molti dei ragazzi in concorso, al di là della gara, hanno l’opportunità di vivere un’esperienza internazionale e di conoscere nuovi amici di ogni parte d’Europa.

OGAE Italy: I programmi incentrati sui giovanissimi che cantano o comunque si esibiscono in numeri artistici di vario genere sono spesso al centro di polemiche per l’età ancora acerba dei protagonisti. Smonta le opinioni negative e dicci invece perché dovremo essere tutti davanti alla TV il 30 di Novembre!

Eddy Anselmi: Gigliola Cinquetti si qualificò per il Sanremo 1964 a meno di sedici anni, Luis Miguel arrivò sul podio del Festival  a meno di quindici, Anna Tatangelo, ma anche i Gazosa e Alessandro Casillo vinsero tra le nuove proposte a Sanremo, Nikka Costa sbancò le classifiche con On My Own  a nove, troppo giovane anche per il Junior Eurovision. Nei tanti paesi in concorso ci sono culture differenti in merito ai concorsi di canzoni under 16. Per fare due esempi: i paesi del Caucaso, la Georgia su tutti, hanno una centenaria tradizione di scuola di canto polifonica che parte dall’infanzia. Olanda e Svezia hanno invece trovato un format televisivo di successo, il concorso canoro fra teenager. Il Junior Eurovision Song Contest rappresenta la conclusione di un percorso che è già passtato attraverso una selezione (e una promozione) nazionale. Poi è vero, come nello sport, anche imparare, esercitarsi, scoprire i propri limiti e crescere nello spettacolo è un impegno che richiede dedizione e tempo, e come ogni esperienza totalizzante dai 10 ai 16 anni presenta dei rischi, su tutti la gestione delle aspettative e il senso delle proporzioni. Ma vale anche per i piccoli nuotatori o per le giovani tiratrici di scherma.
 Questo premesso, è una gara di canzoni pop tra diversi paesi, ed è divertente per molti dei motivi per cui è divertente l’Eurovision Song Contest, in scala.

OGAE Italy: San Marino partecipa all’Eurovision Song Contest dal 2008 (con due anni di pausa). Adesso ha deciso di partecipare anche al Junior Eurovision. Da cosa è nata questa decisione?

Eddy Anselmi: Posso testimoniare l’entusiasmo dell’emittente Sammarinese verso le iniziative Eurovisive in genere. L’idea di partecipare al Junior Eurovision non è nuova, ma come ogni nuovo progetto ha avuto bisogno di condizioni positive, quindi di organizzazione, tempo e opportunità, all’attesa di una proposta artistica che valesse la pena per il debutto all’Eurovision Under 16.

OGAE Italy: La prima partecipazione di San Marino all’Eurovision Song Contest ha preceduto di pochi anni il rientro dell’Italia. Pensi che con il Junior Eurovision potrebbe succedere qualcosa di simile, cioè l’Italia potrebbe essere spinta a partecipare proprio dal debutto di San Marino?

Eddy Anselmi: Ho purtroppo idea che le attuali caratteristiche dello JESC, anche solo l’orario dello spettacolo dalle 19 alle 21 in Italia, non lo rendano compatibile con l’attuale offerta televisiva e con la struttura dei palinsesti generalisti. E credo che d’altra parte possa rappresentare un onere ingiustificato per una deviazione dal normale calendario dei canali tematici.

OGAE Italy: E tu consiglieresti all’Italia di affrontare anche l’avventura del Junior Eurovision?

Eddy Anselmi: Durante il lungo inverno eurovisivo dell’Italia, ragionavo sulle obiezioni che si potevano opporre al nostro ritorno in gara. E a ogni critica potevo trovare una risposta che la neutralizzasse, o una contro motivazione più forte. C’erano tutte le condizioni, si trattava di aspettare e alla fine l’Italia è tornata. Se faccio lo stesso esercizio con lo JESC applicato all’Italia non ottengo gli stessi risultati. Personalmente mi piacerebbe anche, lo vedrei come un’innovazione gentile e pulita. Ma non avrei argomenti da opporre a chi mi spiegasse perché no.

OGAE Italy: Parliamo di concorsi OGAE. Dopo avere organizzato due volte la giuria italiana per l’OGAE Song Contest, ora ti ritrovi organizzatore dell’attuale edizione, e coadiuvi, a livello informatico, Valentina Ruffinatto che sta organizzando l’OGAE Video Contest. Ultimamente ci sono voci che indicano questi concorsi virtuali fra club OGAE come datati, facendo notare che, oggigiorno, in rete si trovano tutta la musica e i video che si possano desiderare senza nemmeno doversi scomodare a votare. Tu cosa ne pensi? Sono ancora importanti i concorsi OGAE?

Eddy Anselmi: I concorsi OGAE sono una sorta di gioco di ruolo, il cui regolamento è ormai un protocollo comune che spinge i diversi fan club a immaginarsi broadcaster e a organizzare i propri Song Contest. Al di là delle canzoni, i concorsi OGAE sono una passione comune a migliaia di persone in Europa, che hanno così occasione di conoscersi, mantenersi in contatto, scambiarsi idee, consigliarsi musica e altro. Le nuove tecnologie hanno contribuito non poco a rinnovarli e ad ampliare il numero delle persone coinvolte e la qualità della loro partecipazione.  

OGAE Italy: Hai realizzato l’Almanacco del Festival di Sanremo, l’opera più completa e dettagliata dedicata a questa manifestazione. Se fossi tu l’organizzatore del Festival del 2014, come creeresti il tuo festival? In che modo cercheresti di legarlo ancora di più all’Eurovision Song Contest?

Eddy Anselmi: Sono convinto che Fazio e la sua squadra, dal cast al regolamento, ai difficili equilibri tra peso del televoto e della giuria abbiano trovato un’ottima formula, che contempera diverse esigenze: sono estremamente contento che sia stato tutto confermato. Resta un punto debole, come da qualche anno: la gara dei giovani, che rappresenta anche l’ultima sfida da vincere per gli organizzatori di Sanremo.
Il legame tra Sanremo e l’Eurovision, anche solo relativamente all’investitura ufficiale del portabandiera italiano, ha provocato un’ondata di interesse positivo per Sanremo e per la scena musicale italiana in Europa che non si era riscontrato negli anni immediatamente precedenti al 2011.

OGAE Italy: La tua passione per la musica e per le manifestazioni musicali è evidente, ma con l’Eurovision Song Contest affiora ancora di più. Perché credi così tanto in questo evento?

Eddy Anselmi: Mi sono appassionato a Sanremo perché il Festival mi ha raccontato un pezzo di Storia del mio Paese. Credo che l’Eurovision rappresenti, a parte lo sport, l’occasione più importante che gli Europei hanno per mettere in comune la loro cultura popolare. La maggior parte della musica che ascoltiamo è americana (o inglese) o italiana. Mettere in comune una canzone, uno spettacolo di tre minuti, e cercare di conquistare i telespettatori islandesi e i georgiani, i finlandesi e i portoghesi è anche la testimonianza che si può provare a cercare una lingua comune europea. E per ogni edizione ci sono tante storie da raccontare, e tanti paesi e persone da conoscere, non solo bandiere e sagome da ritrovare sulla cartina geografica.

OGAE Italy: Un’ultima domanda: un pronostico per il Junior Eurovision. Chi pensi che vincerà?

Eddy Anselmi: Vinceranno l’EBU, il nuovo supervisore esecutivo del concorso Vladislav Yakovlev  e la produttrice esecutiva Victoria Romanova di NTU Ucraina, che si sono prodigati in uno sforzo organizzativo senza precedenti credendo al rilancio e allo spazio di crescita del concorso.

OGAE Italy: Grazie Eddy, è stato come sempre un piacere parlare con te di questa passione che tutti noi condividiamo. In bocca al lupo a te per questa nuova esperienza eurovisiva, e a San Marino, sperando in un ottimo piazzamento!

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